Friuli Venezia Giulia

Concessioni balneari al 2033, Callari: “Se ne occupi l’Agenzia delle entrate”

La proposta dell'assessore del Friuli Venezia Giulia: "In questo modo si solleverebbero i funzionari locali dalle loro responsabilità"

Anche il Friuli Venezia Giulia ha sottoscritto l’ordine del giorno approvato dalla commissione demanio della Conferenza delle Regioni per sollecitare il governo ad adottare atti risolutivi per garantire la proroga delle concessioni demaniali al 2033. Lo rende noto l’assessore regionale al patrimonio Sebastiano Callari, autore di una proposta che prevede la possibilità, per l’Agenzia delle entrate, di registrare l’estensione al 2033 in modo da bypassare i funzionari comunali inadempienti.

«La commissione ha raccolto la preoccupazione di Comuni e associazioni di categoria rispetto al rischio che dal 1° gennaio 2021 molti concessionari del demanio marittimo e delle acque interne (è il caso degli stabilimenti balneari e delle marine) si trovino ad agire in una condizione di occupazione abusiva», sottolinea l’assessore del Friuli Venezia Giulia.

Durante la riunione della commissione demanio, l’assessore Callari ha evidenziato come «la questione è ormai giunta a un’urgenza tale da non poter essere ulteriormente rinviata. Nel nostro caso la legge regionale con cui abbiamo introdotto la possibilità di proroga con un meccanismo di semplificazione amministrativa è stata impugnata. Siamo quindi nella situazione per cui i funzionari che devono rilasciare le concessioni non sono in grado di assumere decisioni certe».

«Dal Friuli Venezia Giulia è giunta anche la proposta di un emendamento alla norma nazionale che consenta direttamente all’Agenzia delle entrate di provvedere alla registrazione degli atti di concessione su istanza del concessionario a fronte del pagamento del canone», informa Callari. «In questo modo potremmo sollevare i funzionari degli enti locali dall’onere di assumere atti che rischiano di essere illegittimi e renderemmo ancora più semplice la risoluzione in tempi brevi di una questione estremamente delicata e urgente».

«La stessa Corte di Giustizia europea, in una propria sentenza del 2016 – conclude Callari – prevede la possibilità che gli Stati membri deroghino all’applicazione della direttiva Bolkestein in casi eccezionali, per assicurare l’ordine o la salute pubblica: un’eccezione che mi sembra più che mai giustificata in questo momento di emergenza globale pandemica».

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