L’attuale situazione di incertezza sulle concessioni demaniali marittime non favorisce di certo la costruzione di nuove piscine per gran parte degli stabilimenti balneari. È quindi praticamente certo, purtroppo, il fermo temporaneo di qualunque investimento per i concessionari in scadenza o che ancora non conoscono il loro destino. E nei casi, ancora piuttosto rari, di concessioni recenti che godono di un orizzonte temporale sufficiente, la realizzazione di una piscina in area demaniale marittima si limita alle strutture agevolmente smontabili, anche nel caso in cui non venga richiesto lo smontaggio a fine stagione e sia consentito un posizionamento continuativo. Esistono però situazioni nelle quali alcune strutture turistiche, pur trovandosi vicino al mare e gestendo una zona demaniale, possono realizzare una piscina su area privata. Pensiamo agli hotel e ai villaggi turistici affacciati sul mare, ma costruiti su terreno di proprietà privata: in questi casi la costruzione di una piscina, seppure con probabili maggiori vincoli di tipo paesaggistico, è del tutto simile a quella di una piscina turistico-ricettiva.
Gli aspetti da considerare nella progettazione di una piscina per una struttura balneare
Che si tratti di una vasca fuori terra smontabile o di una struttura interrata, la realizzazione di una piscina in un contesto turistico-ricettivo è costituita da più fasi. Tra queste la fase progettuale, troppo spesso trascurata, è di fondamentale importanza e necessita di tempi e modalità corrette. Infatti è qui che si decide se la costruzione della piscina sarà un successo, una delusione o un disastro: non è cosa da poco!
La fase di progettazione di una piscina per una struttura balneare deve andare per gradi, partendo dai cosiddetti “vincoli”, che sono gli aspetti che si determinano essere fondamentali e dai quali non si può prescindere. I possibili vincoli sono, per esempio:
- Lo spazio a disposizione, che solitamente non è mai molto;
- I requisiti urbanistici: potrebbe essere ammessa solo la realizzazione di una piscina con particolari caratteristiche costruttive (per esempio, smontabile o meno), dimensioni, colore o altre caratteristiche;
- Il posizionamento dei locali tecnici, troppo spesso trascurati, che necessitano di collocamento e dimensioni adeguate;
- La tipologia e il posizionamento della linea di approvvigionamento e di scarico delle acque;
- Il budget, ultimo punto dell’elenco, ma forse il più importante.
Una volta fissati i vincoli, si cerca l’idea migliore e si inizia l’avventura della progettazione, che è la fase più bella, perché sulla carta (anzi, sul monitor del computer) si possono fare tutte le simulazioni possibili tornando indietro e ricominciando, senza fare danni. Con il termine “progettazione” si intende esattamente questo: ideare ciò che ancora non c’è. La parte burocratica del disegno, della presentazione dei progetti, della direzione dei lavori è un’altra cosa; necessaria, certo, ma che viene dopo. Prima il committente deve, in autonomia, raccogliere le informazioni e decidere quale sarà il futuro della propria struttura con la nuova piscina.
Cosa scegliere
Le possibili scelte nella progettazione di una piscina per una struttura balneare sono davvero tante. Proviamo a elencarne alcune, in ordine di importanza, considerando il caso di una piscina interrata.
- Piscina a sfioro o a skimmer (la piscina a sfioro necessita di canalina e vasca di compenso);
- Dimensioni e forma della vasca;
- Spazio a disposizione per gli impianti;
- Presenza o meno di giochi d’acqua (idromassaggi, fontane, scivoli o altro);
- Materiale di costruzione (ne esistono molti, ognuno con differenti caratteristiche: cemento armato, casseri a perdere, pannelli metallici, eps, e altro);
- Rivestimento (anche qui la scelta è piuttosto vasta).
Per la collocazione della piscina, va tenuto conto della rumorosità dell’impianto, dovuto sia alle pompe che al movimento dell’acqua stessa, soprattutto se la piscina è a sfioro.
L’importanza di rivolgersi a professionisti diversi
Gli elementi da considerare nella progettazione di una piscina sono tanti e pensarci prima aiuta moltissimo a evitare guai dopo. Una piscina non sarà mai esente da necessità manutentive, questo è indubbio, e se qualcuno cerca di convincervi del contrario mente sapendo di mentire; ma c’è una grande differenza tra una normale manutenzione e l’attenzione che richiede una piscina mal progettata. Nel secondo caso, può diventare davvero un incubo.
Molto spesso si tende a far coincidere le figure professionali coinvolte nella progettazione in una sola persona, ma spesso questa non è la scelta più corretta, perché le abilità richieste sono almeno tre e non sempre possono coincidere in un solo professionista. La parte di “costruzione virtuale” della piscina richiede competenze tecniche specifiche sui materiali e sui sistemi di costruzione, mentre la fase di “trattativa” e di presentazione dei permessi edilizi per le piscine negli stabilimenti balneari e la fase di direzione dei lavori richiedono competenze del tutto diverse. Pertanto la scelta più corretta spesso è quella di separare queste fasi, rivolgendosi a professionisti diversi. Meglio infatti prendersi il tempo che serve per costruire un buon progetto, analizzando tutti gli aspetti finché si è in tempo e sfruttando al massimo le enormi potenzialità della fase più importante, quella della progettazione.
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