Sicurezza

Come funziona il saturimetro e perché è importante per gli stabilimenti balneari

Guida completa a questo fondamentale presidio sanitario obbligatorio nelle dotazioni di primo soccorso

In questo difficile momento di emergenza sanitaria che sta attraversando tutto il mondo a causa del coronavirus, si fa un gran parlare di uno strumento diagnostico utilizzato per la misurazione del livello di ossigenazione nel sangue: il saturimetro. Oggi si tratta di un oggetto ricercato quanto le mascherine, perché sembrerebbe essere diventato un utile indicatore dello stato di salute del paziente che sospetta di essere stato contagiato dal coronavirus, e così è partita la corsa all’acquisto di questo strumento.

Il funzionamento del saturimetro in teoria dovrebbe essere ben conosciuto dai titolari degli stabilimenti balneari e in particolare dal bagnino di salvamento e dall’assistente bagnanti, perché è un presidio sanitario obbligatorio nelle dotazioni di primo soccorso. Infatti la circolare del ministero della salute prot. n. DGDFSC 0018981-P, emanata il 20 marzo 2012 con oggetto “Somministrazione di ossigeno in emergenza”, a seguito del parere del Consiglio superiore della sanità, autorizza il bagnino e l’istruttore subacqueo a somministrare ossigeno medicale in situazione di emergenza anche in assenza di un parere medico, senza incorrere nell’esercizio abusivo della professione medica a condizione che il soccorritore:

  • sia stabilmente presente nei luoghi dove esistono rischi che richiedano, se emergenti, la somministrazione di ossigeno;
  • sia addestrato al primo soccorso e participi a un corso che fornisca le conoscenze pratiche e teoriche tali da garantire la sicurezza necessaria per agire in modo rapido ed efficace in caso di emergenza;
  • durante l’intervento di soccorso sia utilizzato un saturimetro arterioso quale strumento per il monitoraggio dello stato di ossigenazione nel sangue.

Dunque, anche se nelle ordinanze balneari per dimenticanza il saturimetro non è citato, la sua presenza è fondamentale in quanto strumento indispensabile per chi non è medico, in caso di assistenza a un paziente che necessita di ossigeno.

Come funziona e come si usa il saturimetro

A spiegarci come funziona e come si utilizza un saturimetro è il dott. Riccardo Ristori, medico del 118 e direttore scientifico della Salvamento Academy: «Il pulsiossimetro o saturimetro è un monitor per la misurazione continua, non invasiva della saturazione di ossigeno arterioso e della frequenza cardiaca. Per saturazione s’intende la quantità di ossigeno contenuta nel sangue arterioso, espressa in percentuale e indicata con la sigla SpO2. Generalmente il saturimetro è formato da una sonda con un sistema di lettura a diodi che esegue la misurazione e da un’unità che calcola e visualizza il risultato della misurazione. Alcuni modelli digitali di più recente fabbricazione incorporano il sistema di lettura a diodi (dunque non necessitano di sonda), che si applica generalmente in una zona pervasa da una circolazione superficiale, come il dito di una mano o il lobo di un orecchio: questo perché una circolazione posta troppo in “profondità” non può essere raggiunta e attraversata dai fasci di luce e quindi la misurazione non può essere effettuata».

«Spesso il sistema di lettura a diodi è simile a una “pinza” da applicare al dito del paziente», prosegue Ristori. «Questa è collegato all’unità di calcolo che consente la visualizzazione della misura tramite un monitor; a ogni battito cardiaco è possibile visualizzare sul monitor la saturazione dell’ossigeno e la frequenza cardiaca del paziente. La saturazione arteriosa si determina misurando la quantità di luce trasmessa attraverso i tessuti dai due diodi posti normalmente sul lato ungueale e sul lato palmare di un dito; l’emoglobina ossigenata infatti assorbe la luce in determinate lunghezze d’onda. Conoscendo la quantità di luce iniziale e quella finale, l’apparecchiatura è in grado di calcolare la saturazione dell’ossigeno nel paziente. Purtroppo sono innumerevoli i fattori che possono interferire con la lettura del saturimetro, tra cui l’errato posizionamento o il movimento del sensore, la presenza di unghie smaltate, l’intossicazione da monossido di carbonio e l’ipotermia».

Requisito indispensabile per il funzionamento del saturimetro è la presenza di cuore battente. I normali valori della saturazione variano tra il 97% e il 100% e si consiglia la somministrazione di ossigeno già a valori al di sotto del 94%. Si ritiene che siano gravi i valori al di sotto del 90% e gravissimi al di sotto dell’80%.

Uno strumento che bisogna saper usare

Essere in possesso di un saturimetro non è sufficiente, se poi l’operatore addetto al soccorso non è addestrato e quindi in grado di usarlo, come previsto dalla sopracitata circolare del ministero della salute. In questo caso viene in aiuto la Salvamento Academy, che oltre a offrire la necessaria certificazione di primo soccorso “Oxygen First Aid and Water Safety” con un corso di formazione svolto da istruttori qualificati, dispone anche di un service con tutti i presidi per l’emergenza dedicati alla somministrazione di ossigeno, tra cui appunto il saturimetro.

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Stefano Mazzei

Dottore in scienze dell'educazione e della formazione, è il fondatore di Salvamento Academy, azienda specializzata in corsi di alta formazione di primo soccorso e fornitura di kit per l'emergenza.