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Centinaio: ”Balneari fuori da Bolkestein, ma rivedremo i canoni”

L'annuncio del ministro del turismo: ''Le cifre sostenute dagli operatori sono troppo basse''.

«Il nostro obiettivo è far uscire gli stabilimenti balneari dalla direttiva Bolkestein e allo stesso tempo rivedere i canoni demaniali, che sono troppo bassi». Lo ha detto ieri il ministro del turismo Gian Marco Centinaio, durante la conferenza stampa “Un anno di Mipaaft tra agricoltura e turismo”, convocata a Roma per rendere conto della sua attività durante i primi 365 giorni di ministero.

«La proroga alla direttiva Bolkestein è stato uno dei risultati più importanti che abbiamo ottenuto nell’ultima legge di bilancio», ha esordito Centinaio nel suo passaggio riguardante la famigerata direttiva europea sulle evidenze pubbliche delle concessioni demaniali. «Il nostro obiettivo è far sì che l’Europa riveda questa normativa escludendo gli stabilimenti balneari. Dal momento che lo stesso autore Frits Bolkestein è venuto in Italia e ci ha detto che la sua direttiva non riguarda le spiagge, ci ha dato un’interpretazione autentica che abbiamo intenzione di applicare».

«Per poter raggiungere questo obiettivo, dovevamo mettere i nostri operatori nelle condizioni di lavorare il più serenamente possibile», ha proseguito Centinaio riferendosi all’estensione di 15 anni istituita lo scorso dicembre dal governo. «Altri paesi europei come Spagna e Portogallo hanno fatto proroghe di 85 anni che sono state accettate dall’Europa. I nostri 15 anni servono ai balneari italiani per tornare a lavorare e fare investimenti, soprattutto per coloro che con le mareggiate dello scorso inverno hanno perso tutto. E occorrono a noi per costruire la nostra linea da portare in Europa».

«Contemporaneamente devo dire che, dal momento che gli operatori balneari hanno avuto 15 anni, penso che sia doveroso rivedere i canoni», ha concluso Centinaio. «Ci abbiamo ragionato con i colleghi del Ministero dell’economia e pensiamo che i canoni sostenuti dagli operatori balneari siano fuori mercato; con questo intendo dire che sono troppo bassi e non troppo alti».

Il commento

Non si possono trascurare delle questioni importanti sollevate dall’intervento di Centinaio, che evidenziamo come stimolo propositivo. Innanzitutto riguardo ai canoni: dicendo che sono «troppo bassi» senza fare distinzioni, il ministro ha ripreso le solite infondate polemiche contro le presunte cifre inique pagate dai titolari di concessioni demaniali marittime. Invece, come avevamo avuto modo di evidenziare in questo articolo, i canoni non sono bassi, bensì squilibrati: c’è chi paga poco, è vero, ma c’è anche chi paga troppo, come i pertinenziali che lo stesso Centinaio aveva promesso tempo fa di salvare, e che invece si trovano ancora con insostenibili e ingiuste sperequazioni da pagare.

Una valutazione sui canoni andrebbe insomma fatta in maniera complessiva, tenendo in considerazione anche le altre ingenti spese sostenute dai balneari: l’Iva al 22% (mentre per tutte le altre imprese turistiche vige l’aliquota agevolata al 10%), la Tari (calcolata su base annuale nonostante si tratti di attività stagionali), l’Imu (anche sui manufatti che insistono su suolo demaniale), altri costi sostenuti al posto degli enti pubblici come la pulizia degli arenili e il servizio di salvamento.

L’altro importante discorso riguarda la direttiva Bolkestein. Nello stilare la lista dei suoi risultati, il ministro Centinaio ha omesso di dire che il governo, istituendo l’estensione di 15 anni per le concessioni balneari, si era anche preso l’impegno di avviare una riforma dell’intera materia entro lo scorso 30 aprile. Un termine che è trascorso da oltre un mese, senza che si sia visto nemmeno lo straccio di una bozza di legge. E nella conferenza di ieri, il ministro non ha fornito nessuna tempistica alternativa.

I 15 anni sono stati una misura importante ma insufficiente: il settore ha ancora urgente bisogno di una riforma generale che metta definitivamente in sicurezza le concessioni demaniali, superando il caos normativo in corso e andando a definire cosa succederà dopo il 2033 e quali saranno le garanzie per gli attuali titolari di imprese balneari. Inoltre non è sufficiente dire che l’obiettivo è “l’esclusione dalla Bolkestein”, poiché anche se questa direttiva non esistesse, resterebbero i trattati europei a decidere le gare degli stabilimenti balneari. Occorre dunque una riforma seria e completa del demanio marittimo, con meno propaganda e più concretezza.

Il video della conferenza

Il passaggio di Centinaio sugli stabilimenti balneari si trova cliccando qui, circa al minuto 43 del video.

© Riproduzione Riservata

Alex Giuzio

Caporedattore di Mondo Balneare, dal 2008 è giornalista specializzato in economia turistica e questioni ambientali e normative legate al mare e alle spiagge. Ha pubblicato "La linea fragile", un saggio sui problemi ecologici delle coste italiane (Edizioni dell'Asino, 2022), e ha curato il volume "Critica del turismo" (Grifo Edizioni 2023).
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