Esprimiamo apprezzamento per la scelta del presidente del consiglio dei ministri Mario Draghi di istituire il ministero del turismo e di affidarne la responsabilità a Massimo Garavaglia. Grande è la fiducia che i balneari italiani – 30.000 imprese, quasi tutte a conduzione familiare – ripongono nel governo per la soluzione dei problemi che li riguardano, a iniziare dal rischio della perdita delle aziende e del lavoro a causa anche di una errata applicazione della direttiva Bolkestein.
Si tratta di un pezzo importante non solo dell’economia e della storia del nostro paese, ma financo dell’identità dell’Italia e degli italiani. È bene ricordare, in proposito, che dai dati forniti dall’Enit le nostre spiagge fino al periodo pre-Covid costituivano il luogo più scelto per le vacanze (47,5%) e il trimestre estivo era quello con la più alta concentrazione di vacanze: partivano, infatti, circa 23 milioni di persone, più di un terzo della nostra popolazione (37,8%). Anche lo scorso anno, in pieno periodo pandemico, la vacanza ricercata dagli italiani ha visto prevalere il mare (60%), che alla fine ha addirittura doppiato la vacanza in montagna (30%).
Si tratta, pertanto, di un settore di successo grazie alla professionalità degli attuali operatori e, soprattutto, alla sua caratteristica di aziende con una gestione diretta e familiare ben più efficiente e gradita dagli utenti rispetto a una eventualmente diversa omologata e impersonale.
Il settore si aspetta fiducioso un deciso e preciso impegno del nuovo governo a tutela delle imprese turistico-ricreative esistenti e a difesa della balneazione attrezzata italiana, quale irrinunciabile fattore di qualità e di vantaggio competitivo nel mercato turistico internazionale del prodotto “mare”, superando gli ostacoli normativi e burocratici che impediscono gli investimenti per il suo ulteriore sviluppo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA