«Siamo pronti a mettere online le cifre dei nostri canoni, dal momento che si tratta già di dati pubblici. Anzi, suggeriamo di ampliare l’obbligo: i balneari pagano anche Imu, tasse sui rifiuti, pulizia dei litorali e servizio di salvamento; voci di spesa che andrebbero rese note allo stesso modo». Lo afferma Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Confindustria, commentando la proposta del deputato Andrea Mazziotti che ha presentato un emendamento alla legge di bilancio per istituire l’obbligo, sui siti internet di ogni stabilimento balneare, di pubblicare l’entità del canone pagato.
«È facile prendere di mira gli imprenditori balneari solo per i canoni – aggiunge Licordari – e dimenticarsi di tutte le altre spese obbligatorie che affrontiamo: innanzitutto, oltre al canone di concessione dei terreni come se fossimo affittuari, paghiamo anche l’Imu sulle strutture come se fossimo proprietari. Inoltre ci sono le spese per la pulizia dei litorali e per il servizio di salvamento, adempimenti obbligatori che i privati imprenditori balneari effettuano al posto delle amministrazioni pubbliche. Per non dimenticare, infine, le ingenti tasse sui rifiuti che sono calcolate su tutta la superficie della spiaggia, non solo durante l’estate ma anche in inverno quando siamo chiusi, e che implicano anche lo smaltimento dei detriti spiaggiati non certo per responsabilità nostra».
«Ci sono poi altri aspetti fiscali che al deputato Mazziotti forse sfuggono – prosegue Licordari – a partire dall’Iva al 22%, mentre tutte le altre imprese turistiche italiane, dagli alberghi ai campeggi, hanno l’aliquota agevolata al 10%. Per non parlare dei paesi esteri nostri competitor, che hanno percentuali ancora più basse. E concludo con l’elenco delle spese accessorie, che comprendono altri servizi di interesse pubblico come le dune costiere, i ripascimenti e le scogliere anti erosione, sempre stanziate dai privati imprenditori balneari».
«Insomma, l’emendamento del deputato Mazziotti mi sembra frutto di una scarsa conoscenza del nostro settore, o forse di una volontà di mettere in cattiva luce gli imprenditori balneari – conclude Licordari – ma rinnoviamo la nostra disponibilità ad ampliare l’emendamento di questo signore, in modo da restituire una panoramica davvero completa delle spese che affrontiamo».
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