Attualità Campania

Canoni Omi in Campania, a rischio 150 stabilimenti balneari

Le associazioni di categoria si oppongono a una decisione radicale dell'Agenzia del Demanio.

Massima allerta sulle spiagge di Castel Volturno, dove nei giorni scorsi è iniziata una lotta per la sopravvivenza tra i quasi 150 stabilimenti balneari del territorio e l’Agenzia del demanio, che ha richiesto per questo tratto di costa l’applicazione dei cosiddetti canoni Omi. Una decisione che aumenterebbe anche del 400% l’esborso per le concessioni demaniali e comporterebbe la conseguente chiusura dei lidi, incapaci di affrontare delle spese così ingenti. L’applicazione dei canoni Omi farebbe infatti schizzare le cifre richieste ai concessionari a centinaia di migliaia di euro, addirittura su spiagge che non hanno alcun tipo di costruzione sulla sabbia.

Sollecitate dalle associazioni di categoria, le istituzioni locali sono già intervenute in difesa degli imprenditori, con il sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo che ha scritto al sottosegretario dell’economia con delega al demanio, Paola De Micheli, esponendo l’inopinabilità di una richiesta che va addirittura in senso contrario a quella presentata dagli stessi operatori balneari, i quali in passato hanno invece chiesto al Comune e alla Direzione generale regionale dell’Agenzia del demanio una riduzione del 50% del canone demaniale marittimo per la permanenza del grave stato del litorale. A detta dei balneari di Castel Volturno, infatti, sussisterebbero gli elementi per invocare l’eccezionale gravità ai sensi dell’art. 1 comma 251 lettera c della legge 296 del 2006 (“Finanziaria 2007”) che stabilisce una riduzione “in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravità che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione”. 

L’Agenzia del Demanio per contro ha sempre sostenuto che la riduzione può avvenire solo in caso di mancato o ridotto utilizzo fisico del bene, ovvero della spiaggia. Questa posizione viene però smentita a sua volta da una nota del Ministero delle infrastrutture (M. Inf. Vptm. Registro ufficiale. U.0018795. 06-07-2016), che sull’analoga richiesta di riduzione da parte del Comune di Pescara ha chiarito che “per eccezionale gravità deve intendersi anche un accadimento che pur non incidendo sulla consistenza fisica del bene si ripercuote sull’aspetto funzionale, pertanto sull’appetibilità commerciale dell’offerta turistica”.

Un bracco di ferro all’ultima interpretazione, insomma, che a ridosso dell’avvio della stagione calda preoccupa tutti gli imprenditori e non solo i balneari, come ha spiegato il presidente del Sib-Confcommercio Campania Marcello Giocondo, secondo cui «se dovesse passare la linea dell’aumento dei canoni, a Castel Volturno chiuderebbero non solo i lidi, ma anche tutte le altre attività commerciali che nella maggior parte dei casi galleggiano quasi unicamente in virtù della nostra presenza». Analogamente Antonio Cecoro, presidente Assobalneari Campania, sostiene che la decisione «è frutto dell’ennesima allucinazione di un funzionario dell’Agenzia del demanio che negli ultimi dieci anni ci ha costretto ad avviare numerosi contenziosi, da cui siamo sempre usciti vittoriosi. E anche questa volta di toccherà ricorrere in tribunale, certi di essere dalla parte della ragione».

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