Gli elevati canoni balneari pertinenziali cominciano a fare le prime vittime e a farne le spese, questa volta, è uno storico stabilimento della riviera romagnola, protagonista da oltre un secolo del turismo balneare. Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale di Cervia (Ravenna) ha emesso la dichiarazione di decadenza della licenza demaniale per “mancato o incompleto pagamento del canone” nei confronti del Kursaal Lido, uno dei più antichi stabilimenti della Romagna. Il debito che risulta a carico del gestore ammonta a 467 mila euro di canone non corrisposto tra il 2007 e il 2015, oltre a circa 23 mila euro di imposte regionali. A fronte di 567.464 euro di canoni richiesti, la società Kursaal Lido srl avrebbe pagato solo circa 100 mila euro.
La vicenda, come detto, è strettamente legata ai canoni pertinenziali: in seguito alla legge Finanziaria del 2006 che ha applicato i valori dell’Osservatorio del mercato immobiliare alle concessioni demaniali marittime, circa trecento stabilimenti balneari italiani sono stati rivalutati come “pertinenze destinate ad attività commerciali” e hanno subìto un aumento del canone che da poche migliaia di euro annui è schizzato a cifre spropositate, fino a 300 mila euro all’anno in alcuni casi. Ne sono nati immediatamente dei contenziosi, con diverse sentenze dei Tar che hanno dato ragione ai balneari e condannato lo Stato per avere applicato dei canoni eccessivi, ma nessun governo ha per il momento risolto questa difficile situazione, limitandosi ogni anno a sospendere la decadenza delle concessioni pertinenziali, ma senza tagliare i debiti degli imprenditori che nel frattempo aumentano di anno in anno. Il governo Renzi sta lavorando a una riforma delle concessioni balneari che dovrebbe riequilibrare anche la situazione dei canoni, ma finché il testo non sarà varato e attuato – e potrebbero volerci ancora altri due anni – questi imprenditori rischiano di fallire come è già successo al Kursaal di Cervia.
Per lo stabilimento balneare romagnolo, il canone è lievitato negli anni da 14 mila a oltre 60 mila euro all’anno, e le istanze dei gestori non sono servite a impedire la perdita della concessione. Ora la società ha venti giorni di tempo per liberare l’area e restituire lo stabilimento balneare al Comune.
Il caso del Kursaal è particolare poiché ha alle spalle oltre un secolo di storia da protagonista dello sviluppo turistico della riviera romagnola sin dall’inizio del ‘900. L’elegante locale, originariamente costruito nel 1882 come palafitta in legno a pagoda sul mare, era il punto d’incontro della mondanità che amava trasferirsi in riviera per le vacanze estive. Nel tempo è diventato uno stabile in muratura, compreso di dancing bar notturno che attirava ogni settimana gli amanti del liscio romagnolo da tutta la regione, mantenendo un grande appeal durato fino a pochi mesi fa, quando ne è stato dichiarato il fallimento.
Arredi e beni mobili sono stati aggiudicati a Paola Stradaioli, che ha chiesto di poterli lasciare all’interno dell’immobile in quanto interessata a partecipare al bando di gara. L’amministrazione comunale infatti sta già predisponendo il bando per l’assegnazione di una nuova concessione demaniale con l’obiettivo di promuovere la riqualificazione della struttura. Ma finché i canoni rimarranno così elevati, resta difficile prevedere una facile gestione dello stabilimento.
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