Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha incontrato ieri mattina, nella Cittadella regionale a Catanzaro, gli operatori del settore balneare calabrese sulla proposta di legge n. 138 del 7 aprile scorso, poi ritirata, avente a oggetto le modalità con cui vengono rilasciate le concessioni agli stabilimenti balneari lungo le coste calabresi. Come riportato nei giorni scorsi da Mondo Balneare (vedi notizia), la questione che aveva allarmato gli operatori balneari della regione si riferiva alla proposta di legge della giunta regionale n. 229/10, approvata con delibera nr 138 del 7 aprile 2017, che se da un lato sbloccava positivamente l’attività concessoria nel caso di mancata approvazione del piano comunale della spiaggia da parte dei Comuni, dall’altro introduceva alcuni elementi normativi inaccettabili per i concessionari calabresi. Nel merito la proposta di legge regionale, recependo in pieno la direttiva Bolkestein, escludeva di fatto ogni indennizzo nel caso di revoca delle concessioni demaniali ed escludeva ogni possibile proroga delle concessioni in essere oltre a quella contenuta nell’articolo 1 comma 18 della legge n. 25 del 26 febbraio 2010. Secondo i sindacati balneari siffatte esclusioni, sia dell’indennizzo che di una ulteriore proroga, invadevano una competenza per materia che è esclusiva dello Stato.
All’incontro hanno partecipato Antonio Giannotti e Raffo Palmino di Sib-Confcommercio Calabria, Massimo Nucera di Cna Balneatori Calabria, Vincenzo Farina e Anna De Fazio di Fiba-Confesercenti Calabria e Giuseppe Nucera di Assobalneatori Calabria; nonché il consigliere e presidente della commissione Bilancio al consiglio regionale Giuseppe Aieta e il dirigente regionale Alessandro Romeo, coadiuvato dal funzionario Giancarlo Baldo.
Dopo un’approfondita analisi della proposta di legge in esame, si è giunti a una proficua sintesi sulle norme che regolano il ddl. Sono stati accolti dalla Regione alcuni suggerimenti da parte degli operatori e si è pervenuti alla modifica di taluni articoli in una logica di sostegno e maggiore tutela alla categoria degli imprenditori. Il settore balneare – è stato rimarcato dai presenti – riguarda circa duemila aziende e conta su una forza lavoro pari a circa 25 mila unità.
Alla luce delle modifiche operate ieri, è stato deciso di riformulare la proposta di legge che verrà presentata in consiglio regionale il prossimo 4 maggio.
Il presidente Oliverio, nel sottolineare l’importanza che il settore balneare riveste per la Calabria, con oltre 800 chilometri di costa, ha rimarcato anche l’esigenza di un riordino complessivo del settore che deve avere una funzione decisiva per lo sviluppo della Calabria. «Esiste un problema normativo in campo nazionale, con una proposta di riordino in materia all’esame del parlamento – ha detto Oliverio – su cui saremo vigili ed efficaci contro ipotesi di norme anacronistiche, considerato che la Calabria è la regione con la maggiore estensione di tratti costieri in Italia. E poi faremo la nostra parte con un progetto di riordino regionale che dovrà avere un carattere straordinario rispetto al passato. Dobbiamo dare una svolta in materia, ma soprattutto offrire certezze e tutela agli operatori di questo settore così cruciale per lo sviluppo del turismo e della regione. In generale, riprenderemo a breve la discussione con gli operatori balneari per affrontare con maggiore respiro ogni aspetto e valorizzare questa risorsa. Anche con i Comuni saremo molto vigili affinché non si verifichino ritardi sulle approvazioni dei piani spiaggia che spesso provocano ulteriori svantaggi alle imprese del settore».
Soddisfazione è stata espressa dal Sib-Confcommercio, con Antonio Giannotti che a margine dell’incontro ha dichiarato: «Tutte le richieste di modifica di legge da parte dei sindacati balneari calabresi sono state recepite dal governo regionale. Il presidente Oliviero ci ha dato ascolto e siamo soddisfatti dell’attenzione ottenuta e del riconoscimento, da parte degli organi istituzionali regionali, dell’importante ruolo che il comparto balneare costituisce per l’economia della Regione. Oggi, venendo incontro alle nostre istanze, la legge è stata modificata, abrogando in sostanza il comma 4 dell’articolo 1, in cui si esclude un indennizzo nel caso di revoca delle concessioni demaniali, e il comma secondo dell’articolo 2 dove si escludeva ogni possibile proroga delle concessioni. Inoltre – cosa non da poco – abbiamo ampliato anche l’esistente in termini di qualità e investimenti: infatti la nuova legge introdurrà la possibilità per i concessionari di fare richiesta e ottenere una nuova area adibita a servizi senza l’obbligo del piano spiaggia che strozzava gli investimenti in molte aeree della Regione. Il presidente si è detto disponibile, nel prossimo futuro, a lavorare su un nuovo strumento legislativo che miri al rafforzamento dei servizi sui quasi 800 chilometri di spiaggia calabrese. Una legge organica che oltre a garantire e tutelare l’esistente miri a dare maggiore forza al futuro. Infine ringrazio, a nome del Sib-Confcommercio, il presidente Oliverio per la sensibilità e la lungimiranza, il consigliere Giuseppe Aieta e l’onorevole Magorno per l’interessamento, insieme al presidente della commissione Domenico Bevacqua e il presidente Klaus Algieri della Confcommercio di Cosenza, nonché il sindaco Antonio Praticò vicino ai concessionari, oltre ai delegati provinciali Confcommercio che hanno lavorato energicamente affinchè il comparto balneare continui a essere un settore strategico per l’economia della regione».
Sulla stessa linea anche Massimo Nucera di Cna Balneatori: «La modifica della delibera conferma la nostra posizione, cioè che quel testo aveva una parte completamente da rivedere. Se era positiva la volontà di obbligare i Comuni a dotarsi di piani spiaggia, dal momento che le località calabresi sono molto carenti da questo punto di vista, dall’altra parte occorreva stralciare la parte del testo che anticipava l’applicazione della direttiva Bolkestein. Come Cna Balneatori siamo infatti contro le gare delle attuali concessioni, ritenendo che occorra intraprendere la strada del “doppio binario” con le evidenze pubbliche solo per le spiagge ancora libere. E auspichiamo che la giunta regionale voglia perseguire questa strada, d’intesa con le associazioni di categoria».
© Riproduzione Riservata