Il disegno di legge comunitaria , approvato dal Senato il 2 febbraio scorso è ancora all’esame della Camera dei deputati con l’intento di archiviare la procedura d’infrazione (avviata dall’UE) ma allo stesso tempo dovrà contenere – secondo le richieste avanzate dai sindacati nazionali di categoria – gli emendamenti che diano potere di delega all’ Esecutivo per riformare la disciplina delle concessioni balneari, fissando una serie di principi e criteri direttivi ( vedi documento del Consiglio Nazionale approvato a Roma dalla CNA balneatori il 16 febbraio 2011 ) rafforzati con un’approvazione parlamentare larga e unitaria che prevedano i meccanismi giuridici per l’esonero o la deroga dalla Direttiva Europea Servizi , la cosiddetta Bolkestein.
Il Ministro dell’Economia Tremonti , nel corso della conferenza stampa successiva al CdM, ha parlato di valorizzazione del territorio, assunzione dei giovani , lealta’ fiscale’ e incentivi di carattere finanziario per sistemare con Bruxelles la partita delle concessioni demaniali che risulta di importanza stategica per l’Italia.
Risulterà, dunque di fondamentale importanza l’appuntamento fissato al 28 dicembre 2011 quando l’Osservatorio per il monitoraggio dovrà stabilire l’effettiva applicazione delle Direttiva servizi su tutto il territorio europeo ed in particolare – sarà soprattutto in quella sede che dovranno farsi sentire sindacati, politica e istituzioni italiane- per il comparto turistico balneare che costituisce un UNICUM della nostra penisola rispetto al resto delle nazioni continentali.
Un articolo del Disegno di legge comunitaria abroga i due commi del codice della navigazione che stabiliscono il rinnovo automatico delle concessioni demaniali marittime e il loro diritto d’insistenza alla scadenza del 31/12/2015 così come il diritto di prelazione per il gestore uscente.
Il confronto sindacale-politico-istituzionale si è già spostato in commissione Politiche comunitarie dove si sta tentando di delegare il Governo a riformare la disciplina delle concessioni balneari, fissando una serie di principi e criteri direttivi che consentano di trattare con una larga forza istituzionale la disapplicazione della Direttiva servizi o in subordine un ulteriore allontanamento ben oltre il 2015 (norma transitoria).
In quest’ottica sono allo studio, da parte dell’Esecutivo, l’istituzione dei distretti "turistico-balneari" con i quali tentare di tenere fuori dall’applicazione della Bolkestein le nuove realtà (stabilimenti, alberghi, centri congressi) che verranno nelle località turistiche di mare o di lago, con le agevolazioni previste per i distretti o per i contratti di rete di imprese.
Con l’istituzione dei distretti balneari viene, però, spontaneo chiedersi quali saranno i criteri a tutela delle attuali concessioni demaniali. E quale sarà la formula per definire la questione aperta con l’Europa sulle concessioni esistenti. I sindacati nazionali hanno già chiesto al Ministro dell’Economia un’audizione per approfondire la materia. Durante i prossimi giorni se ne saprà qualcosa di più.
Per le associazioni di categoria il quadro delle richieste è chiaro: la piattaforma sindacale è contenuta nei punti a tutela delle attuali piccole e medie imprese balneari riportati nel Documento Unitario di novembre 2010 e le istanze avanzate durante i lavori del Tavolo Istituzionale tenutosi il 12 marzo scorso presso il Ministero dei rapporti con le regioni al cospetto del Governo e degli Assessori regionali al demanio e al turismo.
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