Gli operatori balneari della Basilicata non intendono aprire le loro spiagge per la prossima estate e chiedono le dimissioni dell’assessore alle infrastrutture Donatella Merra. La Regione non ha ancora proceduto al rilascio delle concessioni balneari estese fino al 2033, nonostante l’annuncio dello scorso 10 aprile e un incontro convocato due giorni fa che le associazioni di categoria hanno definito «inconcludente».
«In queste condizioni non possiamo aprire», denuncia una nota congiunta delle associazioni lucane Fiba-Confesercenti, Federbalneari, Cna Balneari e Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria. La Basilicata è infatti l’unica regione italiana a non avere ancora applicato quanto previsto dalla legge 145/2018, che ha disposto il prolungamento di quindici anni delle concessioni: senza tale estensione la scadenza dei titoli resta quella del 31 dicembre 2020, cioè alla fine di quest’anno, pertanto gli operatori balneari non hanno abbastanza certezze per poter avviare la stagione, soprattutto in una stagione già compromessa dalla pandemia del coronavirus. «Ma la nostra difficoltà non è per colpa dell’emergenza sanitaria – precisano le associazioni – bensì per l’incapacità decisionale della politica lucana che, seppure paventi la vicinanza al comparto riguardo l’estensione delle concessioni al 2033, in realtà non è in grado mettere la parola fine all’annosa questione che pone tutte le imprese balneari e i loro dipendenti in una situazione di totale incertezza per il loro futuro».
Proseguono le quattro sigle sindacali dei balneari lucani: «Oltre alle incertezze dettate dalla reimpostazione totale delle regole dell’accoglienza, a colmare la misura e a stabilire un punto di non ritorno si aggiunge l’inconcludente incontro tenutosi il 28 aprile con la Regione, nel quale ci aspettavamo percorsi costruttivi che portassero a una conclusione. Invece c’è stato un nulla di fatto che vede il comparto all’unanimità richiedere le dimissioni dell’assessore Merra. Tale richiesta sarà formalizzata a stretto giro al governatore Bardi».
«Tutte le regioni costiere italiane hanno adempiuto con specifici provvedimenti ad applicare la legge 145/2018 che prevede l’estensione delle concessioni balneari al 2033, a prescindere dal colore politico dei loro amministratori», concludono le associazioni. Unica eccezione è rappresentata appunto dalla Basilicata: «L’inerzia pare sostenuta dai funzionari dell’ufficio demanio marittimo della Regione, ai quali l’assessore Merra si piega passivamente, senza contrapporre alcuna sua posizione. La mancata applicazione dell’estensione al 2033 oggi è ancora più grave a causa dell’emergenza coronavirus, che dovrebbe prevedere forme di ristoro per gli imprenditori turistici balneari. Non c’è più tempo: con l’allentamento delle misure di lockdown a partire dal 4 maggio, gli operatori sono pronti a organizzare una manifestazione di protesta e a bloccare le loro attività per l’intera stagione».
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