Arrivano le prime reazioni politiche alla sentenza del Consiglio di Stato che nei giorni scorsi ha sollecitato la messa a gara delle concessioni balneari, in quanto rappresenterebbero «un’occasione di guadagno a soggetti operanti sul mercato, tale da imporre una procedura competitiva ispirata ai ricordati principi di trasparenza e non discriminazione». A intervenire sull’eclatante pronuncia sono, in due note distinte, il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) e l’eurodeputato Matteo Adinolfi (Lega).
Questo il commento di Gasparri: «Si tratta di decisioni folli che purtroppo esaudiscono i desideri di quel balneare toscano che esaltava leggi con gare, che io ho bloccato e che illegalmente il Consiglio di Stato, qualche procura e la Confesercenti auspicano. Che vergogna».
(NdR: il senatore si riferisce al botta e risposta avvenuto alcuni giorni fa con Fabrizio Lotti, vicepresidente di Fiba-Confesercenti)
Così invece Adinolfi: «Il Consiglio di Stato ha ordinato l’applicazione della direttiva Bolkestein che impone la messa a bando in Unione europea di tutte le concessioni pubbliche. Ma le concessioni balneari non possono essere considerate alla stregua dei servizi. Se così fosse, si andrebbe contro lo spirito originario della direttiva Bolkestein. Ricordo infatti che lo stesso estensore della direttiva aveva chiarito che le concessioni balneari dovevano rimanere fuori dal raggio di applicazione del provvedimento. È doveroso quindi che tutti i comuni e le istituzioni locali procedano quindi alla proroga fino al 2033 per garantire certezze imprenditoriali e livelli occupazionali a un settore fortemente colpito dal Covid: pertanto, si applichi subito l’emendamento del decreto rilancio per salvaguardare imprese e lavoratori italiani dalla concorrenza sleale».
Prosegue il leghista: «Mettere a bando le concessioni balneari in un momento di crisi e di mancanza di liquidità come quello attuale significa agevolare le organizzazioni criminali. Penso alle mafie italiane o a quelle dell’est europeo. Al tempo stesso si favoriscono gli operatori esteri che finora hanno beneficiato di cospicui aiuti a fondo perduto da parte dei loro paesi. Per questo mi auguro che si adottino misure di buonsenso da parte delle istituzioni chiamate in causa in questa vicenda e che si tuteli in primis l’interesse nazionale salvaguardando imprese e lavoratori italiani».
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