«La direttiva Bolkestein è il classico esempio di come l’Europa proceda sulla base di principi astratti, senza tenere conto delle realtà concrete. La Bolkestein è un esempio del tipo di Europa che vogliamo cambiare. Quale gestore di stabilimenti balneari farà più investimenti se la sua concessione può venire revocata da un giorno all’altro a favore di un concorrente straniero, meno qualificato, ma capace di offrire in una gara condizioni economiche migliori?». Le parole sono del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, pronunciate la scorsa settimana in Confcommercio, e rappresentano la posizione del suo partito in merito alla riforma delle concessioni balneari di cui dovrà occuparsi il prossimo governo.
Sull’annosa questione balneare, le posizioni di Forza Italia – con cui chiudiamo il nostro “speciale elezioni” che nei giorni scorsi ha esaminato le proposte di tutti i principali partiti – sono note: niente evidenze pubbliche sulle attuali concessioni balneari, che devono rimanere in capo a chi le detiene. A ribadirlo in più occasioni sono stati due esponenti forzisti di primo piano, Maurizio Gasparri e Deborah Bergamini, che seguono da vicino la questione, e che hanno quantificato in almeno trent’anni una proroga sufficiente per avere il tempo necessario a salvare il comparto.
Infatti Forza Italia, in questo vicina agli altri due partiti della coalizione di centrodestra – Lega e Fratelli d’Italia – che abbiamo esaminato nei giorni scorsi, sostiene che, se sarà al governo, andrà a negoziare con l’Europa la non inerenza delle spiagge nella direttiva Bolkestein.
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