«La Bolkestein non mi spaventa. Il mio stabilimento balneare fattura un milione di euro all’anno e ha tre milioni di investimenti non ammortizzati: se arriverà un nuovo concessionario, dovrà riconoscermi tutto quanto. Forse i colleghi che hanno paura delle gare sono quelli che hanno dichiarato poco e investito ancora meno». A parlare è Andrea Della Valle, titolare del Baba Beach di Alassio, che solo negli ultimi mesi ha speso 1,4 milioni di euro in ripascimenti e moli anti-erosione. Con lui proseguiamo la nostra serie di interviste sui “balneari coraggiosi“, ovvero quelli che non stanno temendo l’incertezza sul futuro delle concessioni.
Della Valle non si è fatto fermare nemmeno dall’erosione costiera; anzi l’ha sfruttata a suo vantaggio per un investimento che ha avuto il triplice effetto di proteggere la sua spiaggia, renderla più attrattiva e fornire un servizio pubblico. «Il tratto di litorale che ho in concessione era già protetto da due barriere, ma non sono bastate a difendermi dalla grave mareggiata del 2018», spiega l’imprenditore. «Perciò ho speso 1,4 milioni di euro per costruire due moli più larghi e lunghi e per un ripascimento che ha richiesto ben 500 tir di sabbia: un investimento su un bene pubblico e a beneficio della collettività, che ho sostenuto interamente di tasca mia».
«Ho voluto che i due nuovi moli fossero progettati, oltre che per la difesa dall’erosione sempre più grave, anche come una costruzione iconica: essendo composti da pietre larghe e piatte, i turisti ci si possono stendere sopra a prendere il sole oppure sedersi a fare l’aperitivo guardando un bellissimo tramonto sul mare», sottolinea Della Valle. «Sia chiaro: nonostante li abbia costruiti a mie spese, sono una struttura appartenente al demanio, su cui non ho nemmeno fatto domanda di concessione, e pertanto ci si può stendere chiunque. A me interessava solo avere un elemento di attrattività e di benessere in più per portare nuovi clienti tutto l’anno: difatti le strutture si vedono dall’Aurelia e fanno da richiamo per i turisti, che prendono un bicchiere al mio bar e poi si spostano sugli scogli».
L’investimento di 1,4 milioni di euro ha riguardato anche la spiaggia: «In Liguria abbiamo prevalentemente una ghiaia mista a pietre, piuttosto fastidiosa per chi la frequenta – afferma il balneare – e così ho approfittato del ripascimento per sostituirla con una sabbia fine, che ha eliminato i sassi e reso il mio tratto in concessione più confortevole». Non solo: «Per far apprezzare meglio la spiaggia, ho limitato al minimo il numero di postazioni con lettini. I miei colleghi in Liguria hanno il brutto vizio di sfruttare la concessione fino all’ultimo centimetro, ricoprendola di ombrelloni; mentre a mio parere la spiaggia deve respirare ed essere visibile anche da lontano».

Il Baba Beach di Alassio è uno stabilimento molto conosciuto anche per essere “dog friendly“: «Siamo la prima luxury dog beach d’Europa – sostiene Della Valle – che non significa essere una spiaggia esclusiva per padroni di cani. Ho infatti destinato agli amici a quattro zampe solo la metà della concessione, e senza le brutte recinzioni che si vedono in altri stabilimenti per animali. Credo che la ghettizzazione sia sbagliata; al Baba Beach tutti i clienti vengono coccolati, che abbiamo un cane o meno». Per tutti questi motivi, l’imprenditore dichiara di non temere le gare delle concessioni: «La Bolkestein sarà applicata presto, lo ha detto anche pochi giorni fa la Corte di giustizia europea», conclude Della Valle. «Non ho mai creduto allo spauracchio delle multinazionali straniere: a essere interessati alle nostre concessioni sono piuttosto i proprietari degli alberghi, che vogliono avere uno sbocco sul mare per completare la propria offerta. Ma chiunque vorrà partecipare alle gare, dovrà riconoscere gli investimenti dei concessionari uscenti: proprio per questo non ho mai smesso di investire, nella certezza che fosse questa l’unica strada intelligente per tutelarsi dalle gare. Per fortuna sulle spiagge italiane ci sono esempi virtuosi di imprenditori che, invece di sperare in rinnovi decennali delle concessioni senza fare niente, investono e vanno all’attacco».
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