Concessioni balneari fino a 40 anni per rendere più sostenibili gli investimenti degli imprenditori. Lo stabilisce un disegno di legge della Regione Friuli Venezia Giulia, approvato in via definitiva dalla giunta regionale e depositato nei giorni scorsi, che detta una vera e propria riforma delle concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo nella regione. «Stiamo intervenendo su una materia che è rimasta ferma per anni, in tutta Italia, ponendo fine a una situazione di incertezza», sottolinea l’assessore alle finanze Francesco Peroni, che ha proposto la nuova normativa.
Sono diverse le direttrici della legge della Regione, che su questo aspetto «ha esercitato la propria autonomia speciale, in perfetta coerenza con il diritto comunitario», come spiega Peroni. La prima riguarda proprio la durata massima delle concessioni, portata a 40 anni, rispetto ai 20 previsti dalla legislazione vigente in Friuli. Inoltre, in un quadro di procedure amministrative semplificate, sarà la Regione a determinare gli importi dei canoni di concessione, attualmente definiti da tabelle statali. In sostanza, precisa l’assessore, «in Friuli Venezia Giulia i canoni saranno modulati secondo le finalità strategiche e le esigenze del territorio». Infine il terzo aspetto: qualora la concessione non sia rinnovata, è stato previsto un indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, che spesso, per svolgere al meglio la propria attività, ha effettuato importanti investimenti. Il rimborso verrà quantificato sulla base di una perizia asseverata.
Rispetto al testo preliminare di cui avevamo parlato in questo articolo, su proposta del Consiglio delle autonomie locali (Cal), il disegno di legge approvato attribuisce ai Comuni una maggiore opportunità gestionale, rappresentata da una specifica novità. Spiega Peroni: «Abbiamo migliorato il ddl rispetto alla versione preliminare, dopo aver ascoltato il Cal anche dal punto di vista della estensione massima delle concessioni attribuibili in gestione ai Comuni. In particolare, il testo preliminare prevedeva una durata massima di 9 anni di tali concessioni; con il testo definitivo, approvato oggi, portiamo il limite a 15 anni: una scelta auspicata dalle autonomie locali e certamente gradita».
La novità relativa alla durata delle concessioni affidate ai Comuni lascia immutato il principio attinente al riconoscimento dei canoni: e dunque, «se è un Comune ad avere in gestione un determinato bene demaniale, ad esso competerà curarne la concessione, vedendosi anche attribuiti i proventi del canone», chiarisce l’assessore.
Per leggere il testo integrale del disegno di legge definitivo, clicca qui per scaricare il pdf.
© Riproduzione Riservata