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Balneari, Capacchione (Sib): ”Dal governo ancora nulla di fatto”

Il presidente del Sindacato italiano balneari chiede di inserire la riforma delle concessioni in legge di bilancio.

«Nella complessa e articolata manovra economica del governo, in discussione in questi giorni al parlamento, non vi è alcuna disposizione normativa che riguarda il nostro lavoro». Lo denuncia Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari – Confcommercio, sottolineando che la sua dichiarazione è «non per polemica, ma per la responsabilità che attualmente rivesto e per la delicatezza della situazione».

«Eppure la drammatica situazione odierna, creatasi con i recenti avvenimenti atmosferici che hanno reso ancora più evidente l’assurdità dell’attuale condizione delle imprese balneari – prosegue Capacchione – conferma che l’assenza di una prospettiva di durata oltre il 31 dicembre 2020 mette a rischio o impedisce del tutto persino la ricostruzione delle aziende colpite dalla furia distruttiva della natura».

«È sconcertante – tuona Capacchione – constatare che nessuna delle questioni, che noi abbiamo insistentemente e ripetutamente sollevato, abbia trovato spazio nei 90 articoli della legge di bilancio, né nei 27 articoli del decreto fiscale e neppure nei 60 articoli del decreto Genova (che – come è noto – riguarda diverse emergenze nazionali). Non vi è nulla per “il superamento degli effetti pregiudizievoli della direttiva Bolkestein” (come recita il punto 29 del contratto di governo); nulla per una diversa durata delle concessioni demaniali vigenti, analoga a quanto previsto dalla legge ligure n. 26/2017; nulla per il superamento dei canoni pertinenziali; nulla per evitare lo smontaggio delle attrezzature balneari; nulla per uniformare l’aliquota Iva a tutte le altre aziende turistiche. E si potrebbe proseguire nell’elenco delle vitali richieste per poter continuare a fare il nostro lavoro».

«Da giugno – ricorda il presidente del Sib – abbiamo chiesto al governo di rinunciare all’impugnativa davanti alla Corte costituzionale delle leggi regionali liguri emanate in materia a difesa delle aziende balneari: nulla! Abbiamo chiesto ai presidenti della VI commissione di Camera e Senato di calendarizzare le proposte di legge di iniziativa parlamentare che riguardano il nostro settore: nulla! Abbiamo chiesto ai presidenti della X e VI commissione di Camera e Senato di essere ricevuti per essere ascoltati (come anticipato dal ministro Centinaio a Rimini) sulle nostre problematiche e proposte: nulla! Insomma nulla di nulla! Né possono riempire questo vuoto assoluto di iniziativa legislativa le innumerevoli dichiarazioni, di autorevoli esponenti dell’attuale maggioranza e del governo, di vicinanza e di condivisione alle nostre richieste. In assenza di atti concreti, le stesse appaiono sempre più inutili e poco credibili».

«Continueremo nei prossimi giorni a incalzare il governo e il parlamento per l’adozione delle iniziative legislative non più differibili e che si passi finalmente dalle parole ai fatti», conclude Capacchione. «Nel contempo, è opportuno che i parlamentari di ogni schieramento politico vengano sensibilizzati e coinvolti dalle nostre rappresentanze territoriali affinché, con e in questa manovra economica, si ponga finalmente fine allo stato di precarietà e di incertezza di oltre 30.000 aziende balneari italiane e dei 100.000 addetti diretti».

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Il Sindacato italiano balneari si è formalmente costituito il 14 dicembre 1960 e, attraverso la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), aderisce alla Confcommercio - Confturismo.
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