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Balneari, Buratti (Pd): “Puntare su atti formali per tutelare imprese”

La ricetta del deputato dem per la riforma delle concessioni di spiaggia

Sfruttare la legge sugli atti formali, che prevede di ottenere una nuova concessione demaniale di durata ventennale in base a un piano di investimenti, per tutelare le attuali imprese balneari passando dalle evidenze pubbliche. È la proposta avanzata dal deputato del Partito democratico Umberto Buratti, intervistato dal quotidiano Il Tirreno, per risolvere l’enorme problema provocato dalla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga delle concessioni al 2033 e imposto al governo italiano di riassegnarle entro due anni tramite bandi di gara.

«La materia è complessa e ha tantissime implicazioni, perciò credo che vada valutata tecnicamente e non facendo leva sulle facili emozioni delle campagne elettorali a venire», esordisce Buratti nell’intervista. Secondo il deputato dem, la soluzione deve partire dal «perimetrare le tipologie di concessioni interessate e poi scrivere le regole per le evidenze pubbliche» per riassegnarle. Per le comparazioni, riflette ancora Buratti, «il canone demaniale non potrà essere un criterio», poiché «potrebbe favorire chi ha denaro facile»; dunque la soluzione proposta dal deputato è di «estendere a livello nazionale le norme della legge toscana 31/2016 che disciplina il procedimento amministrativo con eventuali comparazioni fra i partecipanti, che a fronte di nuovi investimenti riconosce la possibilità di chiedere una maggiore durata delle concessioni da 6 a 20 anni». Si tratta in sostanza dei cosiddetti “atti formali” già previsti dall’articolo 1, comma 253 della legge italiana 296/2006.

In merito alle tempistiche della riforma generale delle concessioni, aggiunge ancora Buratti nell’intervista al Tirreno, il termine del 2023 imposto dal Consiglio di Stato «burocraticamente e umanamente sarà difficilissimo da rispettare da parte degli uffici. Fare una comparazione di diverse offerte diventerà molto complicato; basta questo per prefigurare la grande responsabilità dei dirigenti che dovranno firmare questi atti. Penso infatti che se i procedimenti potranno iniziare il 1° gennaio 2024, dureranno ragionevolmente un lungo tempo necessario alla valutazione e comparazione delle offerte, forse anni se scatterà anche un più che probabile contenzioso sull’assegnazione. Ecco perché proporrò al tavolo dei gruppi di maggioranza che la concessione resti al concessionario attuale fintanto che il provvedimento diventerà definitivo, se non vogliamo che sorgano problemi serissimi sulle spiagge nell’estate 2024 e in quelle seguenti».

Il riordino del settore, conclude Buratti, dovrà inoltre «modificare l’articolo 49 del Codice della navigazione sulla devoluzione delle opere non amovibili allo Stato al termine della concessione, in linea con i principi europei della Carta di Nizza, e riconoscere il valore delle aziende esistenti».

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