di Alex Giuzio
Sono stati dichiarati tutti inammissibili gli emendamenti alla Legge di Stabilità 2016 che riguardavano le imprese balneari. Non solo quelli per tentare di estendere le concessioni fino al 2050 o di sdemanializzare gli stabilimenti, ma persino quelli per sospendere il pagamento dei canoni pertinenziali – che è il problema più urgente da risolvere anche secondo il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta (vedi notizia).
È stata la Commissione Bilancio del Senato a dichiarare la “non ammissibilità” di tutti gli emendamenti (in questo articolo la lista di qelli presentati), rinviandoli alla Camera dove però sembra molto difficile poterli recuperare, soprattutto perché il governo chiederà la fiducia presentando un unico maxiemendamento.
Molto dure le critiche delle associazioni di categoria, a partire dal Sindacato italiano balneari – Confcommercio che, tramite il presidente Riccardo Borgo, annuncia: «È stato un buco nell’acqua, ma non ci arrenderemo e porteremo anche alla Camera (magari selezionando un po’ di più le proposte) tutta la necessità di trovare soluzioni che ridiano futuro alle imprese balneari, rilancino con forza il turismo balneare e restituiscano fiato a una economia dell’indotto che ormai langue da troppi anni».
Aggiunge Borgo: «Non possiamo, però, non rimarcare l’impressione – che ormai si può chiamare certezza, tali e tante sono state le disillusioni – che ci sia scarsa attenzione a un settore che pure rappresenta un’eccellenza italiana ed è un punto di forza del nostro turismo, che gioca un ruolo determinante nella crescita dell’economia del Paese. Una scarsa attenzione che non si scalfisce nemmeno alla vigilia di una sentenza della Corte di giustizia europea che potrebbe annullare la proroga delle concessioni al 2020, buttando subito nel caos imprese, Comuni, Regioni e tribunali».
Sulla mancata ammissibilità dell’emendamento dei pertinenziali nonostante le promesse del governo, dice Borgo: «Pare impossibile che il dramma di oltre 200 imprese e famiglie non riesca a smuovere la superficialità con la quale si affronta un problema così drammatico, tanto che nemmeno viene accolta la richiesta di un rinvio e di una moratoria degli atti amministrativi che, altrimenti, costringerebbe inevitabilmente sul lastrico tante piccole e medie imprese che non riescono a pagare canoni impossibili e tali riconosciuti da tutti, governo compreso. Ancora una volta ci viene detto "non ce la facciamo" e si rinvia ad altri, in un gioco dell’oca che, purtroppo, ha come "premio" il destino delle imprese e il dramma delle famiglie che ormai sono al limite della disperazione. Lo ribadiamo: ci rifiutiamo di credere che sia lo Stato, che sa e riconosce di applicare una legge sbagliata, ad affondare definitivamente imprese per non volere trovare una soluzione, anche minimale, che potrebbe intanto fermare la slavina che le travolge, in attesa di mettere a nuovo regime, più equilibrato, le regole del calcolo del canone demaniale. E, per cortesia, invitiamo i soliti ‘semplificatori’ ad astenersi da considerazioni poco degne e che nulla hanno a che vedere con la realtà e la tragedia di queste persone. Potremmo magari suggerire – per far loro capire meglio di cosa si tratta – di incontrare qualcuno di questi imprenditori disperati. Forse la smetteranno di dire e scrivere banalità che, per chi le riceve, sanno tanto di ‘sciacallaggio’».
Anche Cna Balneatori promette di non arrendersi, confermando la priorità dei pertinenziali. Queste le dichiarazioni del coordinatore Cristiano Tomei: «Ripresenteremo alla Camera dei deputati gli emendamenti non ammessi durante la discussione della legge di Stabilità nelle Commissioni del Senato, e in particolare tra questi gli emendamenti che puntano a risolvere la preoccupante situazione che stanno vivendo un centinaio di imprese balneari pertinenziali che non riescono più a far fronte al pagamento di canoni la cui entità è insostenibile per delle normali aziende. In attesa della riforma complessiva del demanio marittimo che definisca dei canoni equi e sostenibili per tutte le imprese balneari, è assolutamente necessario da subito risolvere il drammatico problema degli attuali concessionari pertinenziali (sfiancati e depauperati nel dover sostenere canoni insostenibili) eliminando dal calcolo di questi ultimi il coefficiente OMI anche attraverso l’introduzione di criteri di solidarietà. Al minimo, è improrogabile l’immediata riapertura dei termini per la presentazione di istanze tese ad accogliere modalità di pagamento dei canoni definiti in maniera più equa e soprattutto sostenibile, così come già previsto nella precedente legge di Stabilità».
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