Le insistenti indiscrezioni sull’imminente intervento della Commissione europea, pronta a sanzionare il governo italiano per la mancata riforma delle concessioni balneari, hanno fatto agitare gli animi a Palazzo Chigi, mentre gli imprenditori del settore attendono di sapere come l’esecutivo intenda salvaguardare le migliaia di aziende dalle gare imposte dall’Ue. A cercare di rassicurare gli animi ci ha pensato il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, che ieri ha incontrato un gruppo di operatori balneari a Marina di Pietrasanta, provocando la replica del Movimento 5 Stelle che ha sollecitato il governo a intervenire per evitare la procedura di infrazione.
Queste le parole di Salvini a margine dell’incontro con i balneari toscani: «Ho preso un impegno: che chiunque voglia proseguire nei sacrifici dei loro nonni e genitori, per legge avrà diritto a gestire quelle spiagge. Mi pare ragionevole dopo decenni di investimenti. Se vuoi andare avanti con l’impresa, e la stragrande maggioranza sono aziende a carattere famigliare, credo che non debba essere valutato solo il criterio economico, sennò arriva la prima multinazionale di turno e tanti saluti ai balneari di Pietrasanta. Noi siamo una forza autonomista: le imprese del territorio vengono prima rispetto a chi viene dall’altra parte del mondo, questo è il principio che ci sta guidando. Chi invece molla è giusto che riceva un indennizzo da chi subentra per i soldi e gli investimenti fatti sugli stabilimenti negli anni».
Così, invece, una nota dei parlamentari del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde, Enrico Cappelletti, Sabrina Licheri, Luigi Nave e Gisella Naturale hanno risposto al ministro delle infrastrutture: «I pasticci dell’attuale governo in tema di concorrenza sono ormai tristemente noti a tutti. Però ora l’Ue fa sul serio: il circo assurdo messo in piedi da Giorgia Meloni e dai suoi alleati sugli stabilimenti balneari va fermato subito, perché rischia di portare all’Italia un bel deferimento alla Corte di giustizia Ue. Quello che sfugge ai partiti di centrodestra è che il vicolo cieco in cui si sono cacciati non tutela affatto gli attuali imprenditori del settore, ma li danneggia. L’assenza di un percorso normativo chiaro blocca gli investimenti e crea incertezza, quest’ultima acuita dalla totale assenza di soluzioni da parte dell’esecutivo. Le dichiarazioni odierne di Salvini fanno cadere le braccia, perché le imprese virtuose si proteggono dalle grandi multinazionali proprio con le tutele inserite nella legge sulla concorrenza dello scorso giugno. Provvedimento che, non va dimenticato, Forza Italia e Lega votarono convintamente. Come al solito dai leader di maggioranza tanto chiacchiericcio sterile e zero concretezza. Meloni ci risparmi la procedura d’infrazione Ue e si risparmi ancora un inciampo di fronte all’Europa. Questa sceneggiata è durata fin troppo».
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