«Noi balneari non dovremmo aprire gli ombrelloni per protesta, perché da 14 anni mancano le risposte che ci aspettavamo sulla questione “Bolkestein” da parte della matrigna Europa e dal governo italiano». È la proposta di Giuseppe Ricci, presidente dell’associazione di categoria Itb Italia. «Perché noi concessionari di spiaggia dovremmo aprire gli ombrelloni a Pasqua, il prossimo 4 aprile?», si chiede Ricci. «Perché ce lo chiedono gli italiani che vorrebbero cominciare la bella stagione con i primi bagni? Oppure perché ci piace lavorare in perdita, sapendo che la stagione è lunga e fino ai primi di luglio i guadagni saranno pochi o inesistenti? Perché dovremmo farlo, se non abbiamo neanche una garanzia di lotta realmente efficace al malefico Covid che tiene lontani i turisti, né certezze sulla durata delle nostre concessioni?».
Precisa Ricci: «L’ospitalità è nel nostro dna e nella nostra cultura dell’attenzione ai turisti balneari, è nella nostra esperienza di chi sa cosa vuole il turista quando viene al mare e si aspetta tranquillità, servizi adeguati, assistenza e attenzione, come sempre abbiamo fatto (soprattutto nell’estate 2020), diventando un esempio per tutti. Ma per essere pronti ad aprire gli ombrelloni a Pasqua abbiamo bisogno di un’amministrazione non ostile, di una burocrazia meno complicata e cieca e, soprattutto, di avere la possibilità di confrontarci e di poter dire la nostra sul futuro delle nostre imprese balneari».
Abbiamo bisogno che le risorse del Recovery fund vengano usate anche a beneficio del settore balneare, sia per la salvaguardia del territorio che per modificare la fiscalità, operando sulla possibilità di trattenere tutti (o in gran parte) i canoni demaniali e intervenendo con i ristori a favore del mantenimento dei posti di lavoro stagionali per i lavoratori del settore», è la proposta del presidente di ITb Italia. «Se non si arriverà a una soluzione comune e soddisfacente del problema delle imprese balneari, bisognerà per giustizia che a fine stagione vengano aboliti tutti gli oneri dovuti, locali, regionali e nazionali. Le imprese balneari devono essere trattate come tutte le altre imprese italiane, visto che con la loro attività danno da vivere a migliaia di famiglie e generano un indotto che secondo i dati Enit 2018 vale circa 6,7 miliardi di euro all’anno e 120 milioni di presenze annue (dati Enit 2018)».
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Renzo says:
Presidente Ricci, ? Se non ci fossero motivi di necessità ”terrei chiuso tutto l’anno! Una “storia” assurda che ci costringe a difenderci dall’ovvio!!!
Yuri says:
Aprite quest’anno che poi il prossimo magari apre qualcun altro!!!!