A una settimana dalla grande manifestazione convocata dalle associazioni balneari Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti per il 10 marzo a Roma, arrivano nuove e importanti adesioni a sostegno degli imprenditori che protesteranno contro la riforma delle concessioni proposta dal governo Draghi. Insieme alle altre due maggiori sigle rappresentative del settore, in Piazza Santi Apostoli ci saranno infatti anche gli associati della neonata Confimprese demaniali presieduta da Mauro Della Valle e della Assormeggi Italia di Angelo Siclari, nonché i sindaci di tutte le località balneari della riviera romagnola, che ieri hanno diramato un comunicato congiunto per esprimere il loro appoggio alla manifestazione. Intanto, i presidenti di Sib e Fiba rispondono per le rime all’invito di Assobalneari a non recarsi in piazza: «Basta cincischiare! Basta girarci attorno! Basta puerili polemichette! Adesso piazza!», scrivono Antonio Capacchione e Maurizio Rustignoli. «Siamo costretti a organizzare la manifestazione dal governo che, incurante dell’esplodere della grave crisi internazionale, ha deciso di depositare una proposta di legge inaccettabile che distrugge un intero settore togliendo lavoro e aziende. È una manifestazione non riservata agli iscritti Sib e Fiba, ma aperta a tutti i balneari italiani. E siamo certi che sarà molto partecipata, perché grande è la sofferenza delle famiglie colpite e incontenibile è l’indignazione verso un provvedimento ingiusto e dannoso per noi e per il paese. Apprezziamo le dichiarazioni di condivisione dei motivi della protesta da parte di presidenti di Regione e di importanti e numerosi Comuni. Amareggia il persistere, purtroppo, di polemiche strumentali e divisive sulle quali ci asteniamo da ogni commento».
Così, invece, i primi cittadini delle località balneari romagnole hanno espresso vicinanza e solidarietà alle imprese balneari che il 10 marzo manifesteranno a Roma: «I sindaci delle città della riviera romagnola sono preoccupati riguardo al disegno di legge per il mercato e la concorrenza in materia di concessioni demaniali. La norma va corretta ascoltando i territori», afferma una nota firmata dai sindaci Michele de Pascale (Ravenna), Jamil Sadegholvaad (Rimini), Renata Tosi (Riccione), Massimo Medri (Cervia), Matteo Gozzoli (Cesenatico), Pierluigi Negri (Comacchio), Franca Foronchi (Cattolica), Filippo Giorgetti (Bellaria Igea-Marina), Roberto Pari (Gatteo), Luciana Garbuglia (San Mauro Pascoli) e Fabrizio Piccioni (Misano Adriatico).
«Siamo vicini ai balneari che manifesteranno a Roma il 10 marzo, condividiamo la preoccupazione e la protesta e siamo al loro fianco insieme alla Regione Emilia-Romagna per migliorare una norma che è stata scritta in maniera superficiale» commentano gli undici sindaci. «Siamo preoccupati perché l’emendamento che è stato approvato dal consiglio dei ministri presenta delle criticità per tante imprese presenti sui nostri territori. Uno dei punti cardine di questa riforma attesa da anni deve essere il riconoscimento degli investimenti fatti dalle imprese e per questo la norma andrà corretta attraverso il confronto con le Regioni: il comparto balneare ha bisogno di una risposta esaustiva che oltre alla tutela della concorrenza metta al centro la difesa del nostro modello turistico e il rispetto dei diritti degli operatori balneari. In questa fase dobbiamo pensare a chi vincerà queste gare ma anche a chi non ci riuscirà e crediamo sia giusto prevedere degli indennizzi congrui. La norma, così com’è, è lontana dalle aspettative dei nostri territori e rischia di favorire grandi gruppi e multinazionali a discapito delle imprese che costituiscono il sistema turistico».
Prosegue la nota congiunta a firma dei primi cittadini romagnoli: «Tutti i Comuni costieri e le associazioni di categoria, coadiuvati dal lavoro della Regione Emilia-Romagna, hanno messo a punto nelle scorse settimane un documento che evidenziava i punti cardine da cui partire: valorizzazione dell’esperienza professionale anche in relazione al contesto turistico locale; promozione di standard elevati a livello sociale e ambientale, anche attraverso l’erogazione di servizi in forma associata e no a punteggi basati sulle offerte economiche al rialzo; riconoscimento del valore economico, commerciale e sociale delle imprese esistenti; competenze nelle costruzioni dei bandi per valorizzare al meglio le singole peculiarità locali a opera di Comuni e Regioni. L’emendamento invece indica in maniera piuttosto blanda la valorizzazione della professionalità e lo fa solo all’interno dei criteri per l’aggiudicazione, senza poi inserire questa specifica nella parte del testo riservata agli indennizzi. Questo rischia di mettere in crisi un intero settore costituito da migliaia di persone e di famiglie. Oltre a compromettere la ripresa economica già messa in pericolo dalla guerra e dalla pandemia, questo può avviare contenziosi infiniti che andrebbero a gravare interamente sui Comuni. Auspichiamo dunque che nell’iter di approvazione parlamentare della norma ci sia la possibilità di correggere quella che riteniamo essere un’incongruenza e di intraprendere un confronto serio e sincero con le regioni. Infine, un’annotazione anche sui tempi che paiono inapplicabili: l’Emilia-Romagna ha 1500 gare da fare entro il 2023, una mole di lavoro impossibile per i Comuni del territorio che hanno bisogno come minimo di un anno in più».
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