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Atto formale, piovono critiche sulla legge della Regione Toscana

Tra i criteri considerati irricevibili dai balneari, il divieto di sub-concessione e la perizia da pagare per il valore commerciale dell'impresa.

Sta arrivando la nuova legge regionale della Toscana sulle concessioni balneari e l’atto formale per estenderle di 6-20 anni, ma gli imprenditori non sono per nulla soddisfatti della bozza. Nonostante la legge rappresenti un legittimo salvagente per salvare le imprese balneari in assenza di una normativa nazionale, gli aspetti critici sono infatti numerosi.

Nella proposta di legge, approvata dalla giunta regionale lo scorso 16 marzo, la Regione Toscana intende fissare i criteri per il rilascio, da parte dei Comuni, delle concessioni demaniali marittime di durata tra i 6 e i 20 anni attraverso "procedure comparative". Tre i criteri indicati: il divieto di sub-concessione delle attività; la preferenza ai progetti che puntano alla valorizzazione paesaggistica; il diritto a un indennizzo pari al 90% del valore dell’azienda nel caso in cui, al termine della procedura comparativa, la concessione venga assegnata a un soggetto diverso dal precedente titolare.

Ma qui arriva uno dei punti più criticati dalle associazioni balneari: secondo la bozza di legge, infatti, il valore dell’azienda risulterà da una perizia giurata fatta da un professionista nominato dal Comune e pagato dal concessionario originario, che dovrà presentarla nella procedura comparativa. Un aspetto, questo, criticato sia per la presunta mancanza di trasparenza sia per l’elevato onere che rappresenterebbe.

L’intervento legislativo sostituisce le linee guida che la Regione si era impegnata (con la legge Finanziaria 2015 approvata lo scorso dicembre) a impartire ai Comuni per l’esercizio delle funzioni in materia di demanio marittimo, con l’obiettivo di «imporre un corretto bilanciamento tra i principi di concorrenza e libertà di stabilimento e la tutela degli investimenti». Le linee guida però non scompaiono del tutto, perché dovranno essere approvate dalla giunta entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, per l’istruttoria e la valutazione delle istanze per il rilascio di concessioni: secondo la Regione Toscana si tratta infatti di funzioni amministrative, come tali di propria competenza.

Tra le critiche giunte alla legge, così il presidente di Assobalneari-Confindustria Fabrizio Licordari: «Il divieto di sub-concessione e la valutazione dell’azienda fatta da un professionista deciso dal Comune e pagato dal concessionario sono criteri irricevibili, che puntano solo ad aprire il mercato ad altri soggetti. Invito i titolari degli stabilimenti balneari a non partecipare a procedure del genere».

Allegati

Bozza di legge del 16 marzo 2016:

Relazione illustrativa:

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