Ambiente Notizie locali Sardegna

Una barriera di lana di pecora ripulisce il mare dall’inquinamento

Geolana è nata in Sardegna e funziona come un microdepuratore che assorbe le sostanze petrolchimiche sversate in acqua e ne permette la biodegradazione: un chilo di lana elimina dai 7 ai 14 chili di idrocarburi.

di Camilla Pisani

Turismo, pesca, bunkeraggio e trasporto marittimo. Sono le attività di ogni giorno, quelle che dettano i ritmi delle giornate nelle cittadine di mare, le principali responsabili dell’inquinamento delle acque attigue a porti, porticcioli e stabilimenti balneari, in Italia come nel resto del mondo. L’insieme di queste operazioni determina micro sversamenti quotidiani che incidono per il 25% sulla contaminazione di mari e oceani, più dei danni derivanti da singoli eventi catastrofici, come un incidente tra petroliere, che impattano “solo” per l’8%. A questa emergenza ambientale risponde Geolana, prodotto da Edizero, azienda sarda specializzata in biodilizia che, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria sanitaria dell’Università di Cagliari, ha messo a punto un geo tessile intelligente, in lana vergine di pecora sarda, in grado di ripulire i bacini idrici naturali da idrocarburi derivati da petrolio e composti azotati.

Il geo-tessile cattura idrocarburi

Geolana è studiato per essere un habitat ideale per microrganismi marittimi che si nutrono degli idrocarburi sversati durante le operazioni portuali. Grazie a una particolare tecnologia tessile, la lana di pecora utilizzata per realizzare il prodotto viene lavorata a microcelle, all’interno della quali vengono attirati e concentrati microcefali che assorbono con rapidità gli inquinanti presenti. «Sono efficienti al punto che negli Stati Uniti vengono gettati direttamente nelle acque – spiega Daniela Ducato, di Edilzero – in Italia questo metodo non è permesso perché andrebbe ad alterare gli equilibri biologici dell’ecosistema: Geolana si limita ad offrire vitto e alloggio ad organismi già presenti in natura che funzionano come depuratori naturali, riducendo significativamente l’inquinamento poiché un chilo di prodotto decompone tra 7 e 14 chili di idrocarburi. Ed è riutilizzabile fino a cinque volte».

Dalla Sardegna al resto del mondo

A ogni pannello di Geolana viene data la forma di cuscino o di boa. Perché la bonifica risulti efficace, questi vengono legati l’uno con l’altro formando barriere oleoassorbenti e idrorepellenti galleggianti, da lasciare in acqua tutta l’estate, stagione in cui si concentra l’80% dell’inquinamento marittimo. Questa tecnologia è l’unica in grado di coniugare due azioni fondamentali per la pulizia di porti e zone costiere: assorbimento degli idrocarburi e biodegradazione degli stessi, senza aggiunta di additivi chimici né alterazione di processi biologici. Come risposta per il mantenimento degli ecosistemi naturali, Geolana è utilizzata, e dunque acquistata, da enti istituzionali e amministrazioni: impianti portuali, provincie, comuni, ma anche associazioni turistiche, dal momento che il recupero di aree non balneabili rappresenta una grande risorsa economica. «Il prodotto è stato lanciato in marzo – conferma Daniela Ducato – e abbiamo già ricevuto manifestazioni d’interesse da Italia ed estero, soprattutto dagli Stati Uniti, in particolare da San Francisco, metropoli portuale da sempre attenta alla sostenibilità».

I riconoscimenti

Geolana è stato candidato al premio Compasso d’oro 2016 nella categoria design dei materiali e dei sistemi tecnologici. Ma non è l’unico riconoscimento ottenuto da Edilzero, azienda nata nel 2008 e che oggi fattura 2 milioni di euro: grazie all’impegno per la ricerca e l’utilizzo di prodotti a impatto zero, lo scorso anno Daniele Ducato è stata premiata con l’alta onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica.

fonte: Corriere Innovazione

© Riproduzione Riservata

Mondo Balneare

Dal 2010, il portale degli stabilimenti balneari italiani: notizie quotidiane, servizi gratuiti, eventi di settore e molto altro.
Seguilo sui social: