I sindacati di categoria Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti e Oasi-Confartigianato hanno inviato al ministro per gli affari regionali Erika Stefani un documento condiviso sui problemi delle 30.000 imprese balneari italiane, chiedendo un incontro urgente e avanzando le loro proposte in sette punti per risolvere la questione.
Nel documento, le tre associazioni analizzano i problemi subìti negli ultimi anni dalle imprese balneari, che hanno portato a una grave «condizione di precarietà», chiedendo di conseguenza «un’urgente iniziativa legislativa che affronti e risolva la drammatica situazione in cui versano le imprese turistico-ricreative italiane».
Sib, Fiba e Oasi sottolineano che la questione non è solo legata alla direttiva Bolkestein, ricordando che «è con la sentenza del Consiglio di Stato n. 168 del 25 gennaio 2005 che è stato sostanzialmente espunto dal nostro ordinamento giuridico il cosiddetto diritto al rinnovo della concessione; quindi circa due anni prima che la Bolkestein fosse emanata». Per questo, le tre sigle evidenziano che «se non si parte da questa analisi, c’è il rischio di costruire soluzioni sulle quali trovare un ampio consenso, ma del tutto inutili perché poi saranno disapplicate dalla giurisprudenza amministrativa – come è successo con il rinnovo automatico – in quanto considerate in contrasto con i principi giuridici del nostro ordinamento».
«È pertanto ormai tempo di riscrivere la parte demaniale del Codice della navigazione del lontano 1942 – esortano i sindacati – che è diventata obsoleta rispetto al nuovo assetto istituzionale italiano e comunitario». E «in tale riordino è di particolare centralità e urgenza la salvaguardia delle aziende attualmente operanti a seguito di una concessione amministrativa che riconosce al titolare, alla scadenza, il diritto al suo rinnovo in conformità però a norme che sono state recentemente abrogate».
Sono due i princìpi individuati da Sib, Fiba e Oasi come punto di partenza per il percorso di riforma: «In primo luogo la tutela della certezza del diritto e della buona fede di chi ha confidato nell’assetto normativo e amministrativo previgente: il cosiddetto “legittimo affidamento” che rischia di essere gravemente leso e offeso se non viene trovato il corretto e giusto rimedio. Inoltre, l’abrogazione del rinnovo automatico non accompagnato da una adeguata nuova disciplina rischia di recare pregiudizio anche al diritto alla proprietà della propria azienda da parte degli attuali concessionari, costituzionalmente e comunitariamente tutelato. Infatti, come anche recentemente riconosciuto dall’autorevole giurisprudenza del Consiglio di Stato, la concessione demaniale costituisce un elemento essenziale dell’azienda, così che la perdita della prima comporta inesorabilmente anche il venir meno della seconda. Con la conseguenza che la messa a evidenza pubblica delle concessioni in essere, individuate e valorizzate non dalla pubblica amministrazione ma dagli attuali titolari o loro danti causa, comporta necessariamente il trasferimento coatto dell’azienda con conseguente suo sostanziale esproprio».
In definitiva, questi sono i punti concreti che Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti e Oasi-Confartigianato chiedono di inserire nella riforma:
- Una diversa più lunga durata delle concessioni demaniali marittime (nel minimo pari almeno a 30 anni).
- Il riconoscimento del valore commerciale dell’azienda balneare da trasformarsi in ristoro a favore del concessionario nel caso di una cessione coattiva in favore di terzi.
- L’alienazione delle porzioni di demanio marittimo che da tempo hanno perso le caratteriste della demanialità e della destinazione ai pubblici usi del mare (parcheggi, bar, ristoranti, pizzerie, ecc.) con diritto di opzione in favore degli attuali concessionari demaniali.
- La modifica dei criteri di determinazione dei canoni demaniali marittimi che li renda ragionevoli, equi e sostenibili e, per quanto riguarda specificatamente le pertinenze demaniali, l’eliminazione dei valori OMI e la definizione delle situazioni pregresse.
- Il riconoscimento della specifica professionalità acquisita nell’esercizio delle concessioni demaniali turistico – ricreative.
- Una interpretazione definitiva e moderna al concetto di facile e difficile rimozione così da evitare che le iniziative di incameramento, comunque e a qualsiasi costo in corso da parte di varie Agenzie del Demanio, esasperino ulteriormente una situazione già di per sè pesante con il rischio di dare corso ad un vasto e capillare contenzioso.
- Il superamento della stagionalità nel mantenimento delle opere e delle attrezzature balneari per un utilizzo maggiore e per tutto l’anno della risorsa spiaggia e per evitare il conflitto istituzionale fra Regioni e Sovrintendenze.
Il documento integrale inviato da Sib, Fiba e Oasi al ministro Stefani insieme alla richiesta di incontro è scaricabile cliccando qui (pdf, quattro pagine).
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