La spiaggia come lo stadio o il museo: si può entrare solo pagando il biglietto. Accade in Sardegna, dove l’idea di introdurre un ticket per l’ingresso nei litorali più delicati sta incontrando il favore di tanti sindaci. E qualcuno ha già dato disposizioni per regolamentare l’accesso a pagamento.
Il dibattito si è acceso alcune settimane fa, dopo che i media di tutto il mondo hanno parlato del pericolo di scomparsa per la famosa spiaggia “La Pelosa” di Stintino, a rischio per l’eccessiva pressione antropica che rende necessario il numero chiuso per evitare l’invasione di turisti. Ma l’idea è piaciuta anche ai primi cittadini di altre località dell’isola che, seppure in maniera minore, fanno i conti con lo stesso problema.
Eppure, la tutela ambientale potrebbe essere solo un pretesto: i paradisi costieri della Sardegna possono infatti essere delle vere e proprie miniere d’oro, e quale migliore occasione per monetizzarli e rimpinguare così le casse comunali perennemente vuote?
Alla spiaggia di Cala Goloritzè, nel golfo di Orosei (Nuoro), già da alcuni anni esiste un ticket di 6 euro per l’ingresso, che permette tra l’altro di mantenere la zona curata, pulita e persino con delle guide in pianta stabile a fornire informazioni ai turisti. E nessuno, a quanto pare, si è mai lamentato. Poco lontano, pare che l’esempio sarà replicato a Cala Biriala e Cala Mariolu, per le quali il sindaco di Baunei ha già annunciato il numero chiuso a partire dall’imminente stagione, così come il suo collega di Castiadas sul celebre Scoglio di Peppino. Per non parlare della Spiaggia Rosa nell’arcipelago della Maddalena, off limits per l’uomo ormai dal lontano 1994.
Il dibattito è appena iniziato e per ora la Regione Sardegna non si è ancora espressa ufficialmente. Ma l’eccessivo affollamento di turisti sulle piccole e meravigliose spiagge sarde è un problema annoso, e l’ingresso a pagamento o a numero chiuso sembra l’unica soluzione perché l’ambiente possa reggere all’onda dei vacanzieri. A meno che non si cominci a impostare una strategia turistica che punti meno sui grandi numeri di agosto, e più sui vacanzieri di qualità negli altri mesi dell’anno.
© Riproduzione Riservata