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Toscana, raddoppiano i canoni balneari. I sindacati insorgono

La giunta regionale ha aumentato l'addizionale sui canoni dal 25% al 100%: una stangata mirata solo contro le spiagge.

Maxi stangata sui canoni pagati dagli stabilimenti balneari toscani. Con la proposta della legge regionale di stabilità 2016, la Regione Toscana ha infatti proposto di aumentare dal 25 al 100% l’addizionale regionale sulle concessioni demaniali marittime.

Il provvedimento dovrà essere approvato dal consiglio regionale, ma gli imprenditori balneari non ci stanno e i sindacati di categoria insorgono contro la giunta: l’aumento della tassa regionale sarebbe infatti l’unico rincaro previsto dalla nuova legge, la cui proposta è stata approvata lunedì dalla giunta regionale. Dunque un vero e proprio accanimento contro i balneari, che porterebbe la Regione Toscana a incassare 10,3 milioni di euro anziché i 2,7 milioni riscossi nel 2014, ma a costo di provocare il fallimento di quelle imprese che pagano già canoni spropositati e che non riuscirebbero ad affrontare un tale aumento.

Molto duro il commento di Riccardo Borgo, presidente nazionale del Sindacato italiano balneari-Confcommercio: «Sorprende e stupisce che la giunta regionale della Toscana, tradizionalmente attenta alle problematiche delle imprese balneari, preveda, nella proposta della legge di stabilità 2016, l’aumento dell’aliquota regionale sulle concessioni demaniali dall’attuale 25% al 100%. In un momento in cui i sindacati di categoria si siedono al tavolo con il governo per la stesura del provvedimento legislativo che dovrà portare a una riforma organica della materia e delle modalità di calcolo del canone demaniale, non se ne capisce la logica e, soprattutto, l’opportunità. Nello specifico dei canoni è nota la necessità di superare l’attuale norma per un nuovo e diverso sistema di calcolo che tolga di mezzo l’aberrazione dei valori Omi (che sta portando, anche in Toscana, non poche imprese sull’orlo della revoca della concessione) e che, con un’imposta regionale del 100%, allargherà in maniera esponenziale il numero delle imprese che non saranno più in grado di pagare canoni sproporzionati. È invece necessario giungere a un sistema più equilibrato che consenta un gettito adeguato e un canone sopportabile per tutte le imprese. Le tasse che si chiedono ai cittadini e alle imprese devono avere una primaria condizione: quella che il cittadino e l’impresa siano in grado di pagare. Se un’autorità non rispetta questo principio rischia, come in questo caso, di portare molte imprese alla morte. Non vorremmo che fosse un diverso e anticipato modo di applicazione della Bolkestein! Chiediamo perciò un pronto ripensamento della giunta Toscana e invitiamo responsabilmente il consiglio regionale, che comunque sarà chiamato a votare la legge, a cancellare un provvedimento sbagliato. Percorreremo tutte le strade per salvare le imprese e seguiremo attentamente l’evolversi della situazione a livello nazionale, regionale e locale mettendo da subito in allarme i concessionari della Toscana».

Analogo il comunicato di Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Balneatori: «Si tratta di un provvedimento sproporzionato che grava oltremodo sulle imprese balneari e che non facilita la ripartenza degli investimenti in un settore che vive da otto anni l’incertezza del proprio futuro. Abbiamo già chiesto un incontro urgente alla giunta regionale (vedi richiesta) e chiederemo l’audizione ai gruppi consiliari delle commissioni Bilancio e Attività produttive della Regione Toscana per evitare la conversione in legge del provvedimento».

Contro la proposta si è schierata anche la senatrice versiliese del Pd Manuela Granaiola, che afferma: «La decisione della Regione Toscana di portare dal 25% al 100% la tassa sulle concessioni demaniali ha destato non poco sconcerto nella categoria dei balneari. Non si tratta infatti dell’annunciata revisione dei canoni che sarà effettuata contestualmente all’atteso decreto di riordino della materia, ma di un pesantissimo aggravio di una tassa regionale, che nelle altre regioni non supera mai il 25%. In un colpo solo il raddoppio del canone, ancora prima di sapere che fine faranno le aziende – dato che a tutt’oggi il governo non ha ancora varato la legge di riordino e non ha dato certezze sulla proroga al 2020 delle concessioni. Mi auguro che la Regione Toscana, fino a oggi attenta alle problematiche del settore turistico balneare, possa rivedere questo provvedimento, che rischia di creare seri problemi di sopravvivenza alle piccole e piccolissime imprese, in particolare a quelle pertinenziali che già pagano i canoni Omi spesso davvero insostenibili. Che sia giusto rivedere il meccanismo in base al quale sono determinati i canoni nessuno lo mette in dubbio, ma un aumento del 100% della tassa regionale che si trascinerebbe anche sui canoni rivalutati metterebbe davvero in difficoltà le imprese, che grazie alla ripresa del settore turistico ancora tengono, danno lavoro e svolgono un importante servizio pubblico di tutela dell’ambiente e della sicurezza delle nostre coste».

L’addizionale sui canoni demaniali marittimi è un’imposta dovuta da tutti i titolari di concessioni su spiagge: una parte è riscossa dai Comuni, un’altra dalle Regioni. In precedenza l’addizionale regionale in Toscana ammontava al 25% del canone, mentre ieri la giunta ha proposto di alzarla al 100%: in pratica, i balneari toscani dovrebbero pagare alla Regione una cifra pari al canone demaniale stesso. Oltre a essere spropositato, questo aumento, se approvato, rischia di costituire un pericoloso precedente che potrebbe essere imitato da altre regioni per fare cassa sulla pelle degli imprenditori balneari. Anche perché la legge italiana consente di aumentare l’imposta addirittura fino al 300%, anche se fino a oggi nessuna Regione ha mai aumentato l’addizionale oltre al 25%.

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