Attualità Liguria

Tassa di soggiorno sugli ombrelloni, è polemica

La proposta del sindaco di Laigueglia fa infuriare gli imprenditori balneari.

La tassa di soggiorno? Meglio applicarla agli ombrelloni che alle camere d’albergo. È la proposta del sindaco di Laigueglia Franco Maglione, che ha fatto infuriare gli imprenditori balneari della località ligure e non solo.

«Se proprio una tassa bisogna introdurla – ha dichiarato Maglione ieri sulla Stampa – non vedo perché imporla solo a chi fa le vacanze in albergo, che è solo una parte dell’intero movimento turistico di Laigueglia, della riviera ligure e di molte parti d’Italia». In effetti, per rimanere nella città in provincia di Savona, contro i circa 1500 posti letto alberghieri ci sono almeno 2800 ombrelloni di stabilimenti in spiaggia, essendoci qui un turismo prevalentemente di seconde case. Per questo – è il ragionamento del sindaco – «tassare l’affitto dell’ombrellone consentirebbe di raggiungere una platea molto più vasta, cioè sostanzialmente tutti i turisti. Naturalmente in questo modo la tassa potrebbe essere più contenuta».

Maglione ha infatti già riflettuto sulle modalità di applicazione: «Abbiamo fatto un conto molto approssimativo e crediamo che applicando una tassa di 10 o 20 centesimi su ogni ombrellone affittato si potrebbe raggiungere facilmente e probabilmente superare l’ipotetito introito di una tassa di uno o due euro sulla camera d’albergo».

Secondo La Stampa, il sindaco avrebbe già preso contatti con la Regione per capire se questa variante della tassa di soggiorno può essere legittimamente applicabile, ma la risposta al momento non è chiara. «Una cosa è certa: se la tassa dovesse essere solo sugli alberghi, sarei assolutamente contrario ad applicarla», ribadisce Maglione al quotidiano che lo ha intervistato. «Questo perché sarebbe una tassa sperequativa, che oltretutto penalizzerebbe un settore come quello alberghiero che porta anche un notevole indotto». Ma non si accusi il sindaco di avercela coi balneari: «Assolutamente no – risponde – anche perché i proventi di questa eventuale tassa dovrebbero servire per delle opere di ripascimento e di miglioramento dell’arenile e dei servizi, da definire insieme alle associazioni di categoria».

Ma la risposta dei balneari è di rifiuto e perplessità, a partire da Enrico Schiappapietra, presidente regionale del Sindacato italiano balneari – Confcommercio, che afferma senza mezzi termini: «Non siamo favorevoli a nessuna tassa che colpisca i turisti, cioè coloro che portano ricchezza e indotto alla nostra economia e al nostro territorio». Ancora più dura è Bettina Bolla, presidente dell’associazione ligure Donnedamare, che su Facebook esclama: «La tassa di soggiorno esiste ovunque, adesso non la vogliono applicare e tassare gli ombrelloni? Ma lo sa il sindaco Magliore che c’è la Bolkestein e che abbiamo già canone, imposta regionale sul canone, Iva al 22% (mentre gli hotel il 10%), Imu come se fossimo proprietari e canone come se fossimo in affitto, servizio di salvataggio sulle nostre spalle, Tari, Tarsu, eccetera. E nelle città senza mare, la mini tassa sull’ombrellone per sostituire l’imposta di soggiorno dove la metti?». Solo Massimiliano D’Apolito, presidente dell’associazione Bagni marini di Laigueglia, si è dimostrato più aperto: «Se la tassa diventasse un’opportunità per per reperire i fondi per avere un arenile e servizi migliori, potremmo ragionarci».

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