Spiegga libere in Sicilia? Presto potrebbero diventare un lontano ricordo. La Regione Sicilia, infatti, ha deciso di vendere il 40% delle coste balneabili non ancora messe in concessione a privati, allo scopo di «rilanciare e valorizzare il turismo nell’isola», come ha dichiarato l’assessore regionale al territorio Sebastiano Di Betta.
La decisione ha ovviamente scatenato un’ondata di polemiche, che seguono le recenti diatribe sull’aumento del 1000% del canone degli attuali stabilimenti balneari. Ma l’assessore Di Betta sembra tranquillo: «Vogliamo creare occupazione e sviluppo», ribadisce. «I rappresentanti delle associazioni nazionali di categoria hanno già approvato il percorso che abbiamo proposto per la Sicilia, e hanno manifestato disponibilità a discutere dell’incremento dei canoni a fronte di servizi come la semplificazione delle procedure amministrative per la richiesta o il rinnovo delle concessioni, la previsione di una durata temporale minima di almeno cinque anni, per consentire agli operatori del settore di ammortizzare i beni strumentali che acquistano per l’esercizio dell’attività. E per rilanciare e valorizzare il settore immetteremo sul mercato il 40% di coste balneabili ancora libere».
Ma Confcommercio Sicilia non ci sta. Dice il presidente Pietro Agen: «In un momento in cui il sistema imprenditoriale isolano vive al limite del collasso, la Regione pensa a fare cassa sulle spalle degli imprenditori, dimenticando che in questo modo si otterranno solo tre risultati: distruggere il sistema delle imprese legate al turismo balneare; fara lievitare, a danno di cittadini e turisti, i costi di fruizione dei lidi balneari; vanificare ulteriormente ogni speranza di sviluppo turistico di questa Regione. L’unica vera speranza di sviluppo per la Sicilia, invece, è riposta nel turismo, quello stesso turismo che è già stato colpito con la tassa di stazionamento, con l’imposta di soggiorno e ora anche con il costo delle concessioni demaniali. Al Governo regionale chiediamo con forza di operare con più coraggio sul piano dei tagli delle spese e, in assenza di una politica di sviluppo, quanto meno di avere il buon senso di non distruggere l’esistente».
Protesta anche Roberto Ammatuna, vicepresidente della Commissione Ambiente dell’Ars: «Invece di pensare a incentivi e agevolazioni che permettano a questo segmento importante del turismo balneare di superare le attuali difficoltà, l’assessore Di Betta pensa solo ad incassare di più senza tenere nella minima considerazione occupazione e sviluppo».
Purtroppo, però, il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo ha già annunciato che per affrontare la questione delle concessioni sarà istituito un tavolo tecnico in Regione, che sarà presieduto proprio dall’assessore Di Betta. Spiega Lombardo: «Chiameremo a far parte del tavolo anche i rappresentanti delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, i vertici dei competenti servizi del dipartimento regionale Ambiente, e un delegato delle capitanerie di porto. Il nostro intento è quello di rilanciare e riqualificare il settore, per fare in modo che la Sicilia diventi una privilegiata meta turistica e balneare nel Mediterraneo».
(fonte: Corriere del Mezzogiorno)
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