Emergono dei risvolti interessanti dal punto 43 della sentenza della Corte di giustizia europea del 14 luglio 2016, che si è espressa sulla proroga al 2020 delle concessioni balneari italiane (vedi notizia). Si riporta qui di seguito, per chiarezza, il punto in questione:
43. Per quanto riguarda, più specificamente, la questione se dette concessioni debbano essere oggetto di un numero limitato di autorizzazioni per via della scarsità delle risorse naturali, spetta al giudice nazionale verificare se tale requisito sia soddisfatto. A tale riguardo, il fatto che le concessioni di cui ai procedimenti principali siano rilasciate a livello non nazionale bensì comunale deve, in particolare, essere preso in considerazione al fine di determinare se tali aree che possono essere oggetto di uno sfruttamento economico siano in numero limitato.
Da tale punto 43 si ricava infatti che è compito del giudice nazionale verificare se la risorsa è scarsa oppure no.
De iure condito, la valutazione verrà fatta su base comunale. È ipotizzabile che a livello comunale le risorse siano soventi scarse.
De iure condendo, ove gli affidamenti avvenissero su base regionale sarebbe invece agevole dimostrare che il numero di autorizzazioni assentibili non è scarso.
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