di Giancarlo Cappelli
Si è svolto martedì a Strasburgo un incontro tra il commissario europeo al mercato interno Michel Barnier e una delegazione di europarlamentari italiani, sull’annosa questione dei nostri balneari che riguarda l’applicazione della direttiva Bolkestein e le conseguenze che ne derivano per il turismo italiano (vedi notizia).
Ringraziamo gli europarlamentari italiani che hanno riportato all’attenzione del commissario Barnier il problema dei concessionari italiani (che lui già conosceva bene), ma a parte che il commissario abbia accolto favorevolmente l’invito di incontrare in Italia le associazioni nazionali di categoria, non c’è nessuna novità, quindi non rileviamo niente di diverso dagli altri colloqui avuti in passato.
Per ora sono le solite chiacchiere, mentre noi ci aspettavamo che l’Europa, tramite il suo commissario di competenza, ponesse un’apertura alla soluzione del problema che deriva dalla applicazione della direttiva servizi "Bolkestein" e delle possibili ricadute occupazionali per 30.000 aziende e 300.000 lavoratori, in un periodo di drammatica crisi economica.
Michel Barnier dice di voler mantenere un dialogo costruttivo per dare certezze lavorative agli attuali concessionari, ma ci viene il dubbio che i ministri Moavero e Gnudi abbiano fatto poco per mantenere le promesse fatte ai sindacati per salvare le aziende balneari italiane. Oppure il commissario gioca allo scaricabarile, ma è difficile credere anche alla sua dichiarazione, perché i sindacati sono stati da lui a Bruxelles senza ottenere nulla di concreto.
Constatiamo che qui si sta giocando sulla pelle dei concessionari e di tutto il turismo balneare. La politica europea e quella italiana non si preoccupano affatto della caduta dell’economia italiana, e a dimostrazione di tutto ciò, è sotto agli occhi di tutti la volontà dei politici italiani di dare più importanza a vecchie diatribe, anziché cercare di costruire un governo che ci tiri, al più presto, fuori da questa situazione.
La chiusura in Italia di 47.000 aziende a loro non dice niente, così come la situazione di tante famiglie con problemi economici non indifferenti, esodati, disoccupati, aziende strozzate dalle tasse, datori di lavoro che si suicidano. Cosa altro deve accadere per convincerli cambiare rotta?
Giancarlo Cappelli è presidente del Sindacato italiano balneari Emilia-Romagna
© RIPRODUZIONE RISERVATA