Si sono riuniti i presidenti provinciali pugliesi del Sindacato italiano balneari – Confcommercio, alla presenza del presidente nazionale Antonio Capacchione, per un’analisi della situazione della balneazione attrezzata pugliese anche alla luce delle recenti condizioni climatiche che hanno ravvivato il dibattito pubblico sulla possibile e auspicabile destagionalizzazione.
«Nella riunione – riferisce il Sib – sono stati evidenziati gli ostacoli normativi e burocratici che impediscono il dispiegarsi delle potenzialità ancora inespresse della balneazione attrezzata della nostra Regione. Sono, infatti, ancora solo circa il 20% i comuni pugliesi che hanno applicato la legge di Stabilità 2019 (art. 1 comma 682 e seguenti della legge n. 145/2018), che ha differito di quindici anni la scadenza delle concessioni demaniali marittime, a distanza di dieci mesi dalla sua entrata in vigore e otto dalla circolare regionale n. 4184 del 25 febbraio 2019 che ha impartito agli stessi le indicazioni attuative».
«Questo ingiustificato ritardo dei Comuni pugliesi non mette le aziende balneari della nostra Regione nelle condizioni di poter accedere ai finanziamenti regionali e comunitari, né programmare interventi migliorativi degli impianti e delle attrezzature», commenta il Sib. «Nel contempo espone i Comuni medesimi a cause risarcitorie per i danni che le aziende balneari stanno subendo a cagione del loro colpevole ritardo nell’applicazione di una legge che è valida ed efficace, non essendo stata contestata dalla Commissione europea, né disapplicata da alcun giudice nazionale. A tutt’oggi, infatti, e a distanza di dieci mesi dal suo varo, non vi è alcuna contestazioni da parte della Commissione europea, nonostante nel frattempo la stessa abbia attivato ben 24 procedure di infrazione su altre disposizioni di leggi nazionali. A ciò si aggiunga l’assenza di sentenze nazionali o comunitarie disapplicative della norma sui quindici anni».
Il presidente nazionale Capacchione ha, quindi, ricordato ai vertici provinciali del Sib che «l’orientamento giurisprudenziale delle Corti europee tutela chi ha fatto affidamento, in perfetta buona fede,nella disciplina legislativa previgente, ed è particolarmente rigoroso nel proteggere e salvaguardare la proprietà aziendale». A tal proposito Capacchione ha citato, a titolo esemplificativo, la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 28 gennaio 2016 (“Laezza“) e quella della Corte europea dei diritti dell’uomo del 21 giugno 2018 (“Punta Perotti“). «Entrambe dovrebbero costituire un monito autorevole, specie in Puglia, per i Comuni e i funzionari responsabili del demanio marittimo sui rischi di un contenzioso che risulterebbe, per gli stessi, gravoso nel caso di danno o, addirittura, di perdita della proprietà aziendale», ha commentato Capacchione.
Durante la riunione, rende noto il Sib, sono stati in seguito esaminati altri aspetti sui quali si manifesta una miopia burocratica: «Molte aziende balneari pugliesi, infatti, sono ancora costrette a smontare gli impianti a causa di provvedimenti amministrativi illogici e contraddittori, in particolare delle Soprintendenze (basti pensare alla vicenda diventata grottesca dei pontili nel porto di Otranto: da montare in estate e smontare in autunno!). Così come il processo di pianificazione della costa manifesta molteplici e gravi criticità che meriterebbe un esame accurato e, soprattutto, scevro da inutili quanto dannose battaglie ideologiche (una paralisi esclusivamente pugliese che dura da ben 14 anni dovrebbe almeno indurre il decisore politico a porsi degli interrogativi sulle reali cause!)».
Il Sib Puglia ha quindi deciso di intraprendere nei prossimi giorni «un’iniziativa sindacale, la più unitaria possibile, nei confronti della Regione Puglia e dell’Anci al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno dispiegarsi delle potenzialità della balneazione attrezzata pugliese per porla nelle condizioni di continuare ad assicurare crescita e sviluppo per la Puglia».
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