Campania Federbalneari

Sequestrati tre allevamenti di bufale: inquinavano il mare della Campania

Assobalneari Campania si costituirà parte civile nel processo.

Ci sarebbero tre allevamenti di bufale dietro a un grave caso di inquinamento del mare in Campania. È quanto emerge dalle indagini della procura di Santa Maria Capua Venere, che ha disposto il sequestro di tre aziende zootecniche con l’accusa di inquinamento ambientale e delle acque marine costiere, un reato per cui i titolari rischiano fino a 100mila euro di multa e sei mesi di reclusione.

A rendere nota la notizia è l’associazione Assobalneari Campania, che si costituirà parte civile in quanto gli stabilimenti sarebbero stati gravemente danneggiati dall’inquinamento delle acque balneari. Le indagini dell procura avrebbero infatti accertato che le aziende zootecniche smaltivano i rifiuti nel canale Apramo, affluente dei Regi Lagni, imponente opera di bonifica idraulica realizzata nel 1600 per iniziativa del viceré spagnolo Pedro Fernandez De Castro su progetto dell’architetto Domenico Fontana.

«È la prima volta che ad aziende zootecniche viene contestato questo tipo di reato grave – sottolinea una nota di Assobalneari – e per questo salutiamo con favore l’iniziativa del procuratore capo Maria Antonietta Troncone, accolta dal gip. Assobalneari Campania ha già incaricato l’avvocato Luigi Roma di costituirsi parte civile nel processo, essendo un ente direttamente danneggiato dallo scarico abusivo nei Regi Lagni, riconducibile all’inquinamento del mare».

I tre allevamenti sequestrati dai carabinieri forestali di Marcianise si trovavano in località Selvetelle di San Tammaro (Caserta) e avevano in tutto 1.172 capi di bestiamo. In sostituzione dei proprietari e dirigenti denunciati e interdetti, è stato già nominato ed è entrato in carica un amministratore giudiziario.

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