Attualità Emilia-Romagna

Scatta l’Imu sugli ombrelloni, balneari in rivolta

La pretesa dell'Agenzia delle entrate è di 35 euro a palo. Già pronti 500 ricorsi.

Imu da pagare non solo su cabine e altri manufatti fissi, ma anche sugli ombrelloni per ben 35 euro a palo. È l’anomala richiesta recapitata in questi giorni dall’Agenzia delle entrate ai circa 500 stabilimenti balneari di Rimini, unico caso nazionale in cui l’imposta municipale unica viene richiesta anche sulle attrezzature per l’ombreggio. E gli imprenditori stanno già preparando i ricorsi.

Le richieste ammontano in totale a oltre 5 milioni di euro, e hanno origine da alcuni verbali redatti nell’estate 2016 dalla Guardia di finanza, che hanno portato gli uffici territoriali riminesi a pretendere il pagamento dell’Imu non solo sugli edifici – come avviene in tutto il resto delle spiagge italiane – bensì anche sugli ombrelloni piantati nella sabbia. Il che ha fatto quadruplicare le cifre richieste per l’Imu.

Sul Resto del Carlino di ieri, l’associazione Oasi-Confartigianato – che nella provincia di Rimini è la sigla più rappresentativa degli imprenditori balneari – ha reso noto di essersi già attivata per preparare i ricorsi legali, che saranno avanzati da tutti i suoi 500 soci. «Non è una questione di soldi, ma di principio – ha sbottato il presidente di Oasi Giorgio Mussoni – il criterio di calcolo è tanto infondato, che abbiamo impugnato l’intero provvedimento».

La sezione di Rimini dell’Agenzia delle entrate, infatti, avrebbe ragionato attribuendo agli ombrelloni la principale area commerciale degli stabilimenti balneari, quella cioè che produce i redditi più significativi per i titolari delle concessioni di spiaggia. Di qui la decisione di accatastare l’area destinata alle attrezzature per l’ombreggio e chiedere il relativo pagamento dell’Imu.

In base alle informazioni pubblicate dal Resto del Carlino, i calcoli dell’Agenzia delle entrate riminese prevederebbero circa un’area di 10 metri quadri a ombrellone, con una richiesta di 35 euro per ombrellone.

«Andremo fino in fondo a questa storia – annuncia Mussoni – perché un calcolo del genere è stato fatto solo a Rimini, mentre tutti i nostri colleghi del resto d’Italia pagano l’Imu solo sulle cabine. Né risulta traccia in alcuna circolare o normativa della legittimità di questo tipo di conteggi».

Anzi, la Corte di cassazione il 12 gennaio 2016 ha stabilito che nemmeno le cabine, se realizzate in materiali di facile rimozione come il legno, devono essere soggette a Imu (vedi notizia).

Sulla delicata questione dell’Imu applicata agli stabilimenti balneari, invitiamo a leggere il contributo del giurista Roberto Biagini che abbiamo pubblicato lo scorso anno su Mondo Balneare: “Imu e stabilimenti balneari, una questione trattata all’italiana“.

In definitiva, la pretesa dell’Agenzia delle entrate riminese appare quantomeno bizzarra. Conclude infatti Mussoni sul Carlino: «Si è mai voluto accatastare un tavolo in giardino? Non mi risulta. Il catasto si chiama così perché accatasta beni immobili. E cosa succede d’inverno, quando gli ombrelloni vengono tutti rimossi?».

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