A quasi un mese dall’avvio della stagione, il comparto del turismo balneare italiano continua a essere in grande sofferenza. Per questo Federbalneari – Confimprese Turismo Italia, dopo avere concluso una prima campagna di ascolto dei suoi associati in tutto il territorio nazionale, ha redatto e inviato al governo un documento di programma con le proposte di rilancio per la “fase 3” post covid-19.
«I tre mesi di chiusura, la relativa perdita di fatturato e l’aggravio di costi per le misure di sicurezza e distanziamento sociale hanno eliminato o spinto ai margini del mercato moltissimi imprenditori turistici e rischiano di eliminare anche aziende che sono ancora produttive ma incapaci di fare fronte a questo drammatico momento», dichiara Marco Maurelli, presidente Federbalneari Italia. «L’emergenza sanitaria durerà fino al 31 luglio 2020, ma sicuramente gli effetti non cesseranno dal giorno dopo, anzi saranno necessari numerosi anni di sacrifici per ritornare al punto di normalità. Gli imprenditori turistico-balneari si trovano ad affrontare una realtà in cui la mancanza del turismo estero e l’incertezza di quello interno creano una crisi senza precedenti, e il contributo a fondo perduto previsto dalle attuali norme non dà alcun sollievo all’economia turistica, ma rappresenta solo una goccia nel mare».
Tra le priorità per il rilancio del settore indicate da Federbalneari Italia e inviate al governo, la prima riguarda l’attuazione la stabilizzazione del sistema turistico balneare italiano necessaria per dare certezze di scadenza delle concessioni demaniali all’anno 2033. Il secondo punto riguarda l’allineamento dell’Iva al 10% del settore balneare al comparto del turistico ricettivo, «una misura divenuta una priorità economica», sottolinea l’associazione. «La riduzione dell’Iva va a sostegno dei consumi dei servizi turistici e rende più competitivo l’intero comparto a livello europeo (l’Italia “sconta“ per i servizi degli stabilimenti balneari l’Iva al 22%, rispetto al 5,5% della Francia e al 4% della Grecia , un dislivello che si traduce nella impossibilità di essere concorrenti e concorrenziali)».
La terza priorità riguarda la sospensione della seconda rata dell’Imu relativa al secondo trimestre 2020, misura necessaria per dare respiro alle imprese del comparto del turismo italiano. «Vi è inoltre la necessità di un “decreto turismo” che contenga misure concrete per la fase 3 della ripartenza e sia inserito all’interno del piano di rilancio complessivo che sarà presentato dal governo a settembre», aggiunge Federbalneari. «In questo decreto dovranno certamente trovare spazio la riduzione dei canoni concessori del 50% nel triennio 2020/2022 e il sostegno alla misura dell’ecobonus (art. 119 DL 34\2020) per la valorizzazione e modernizzazione degli impianti turistici a livello ambientale, strutturale ed energetico».
Conclude Maurelli: «Come già abbiamo sottolineato partecipando la scorsa settimana agli Stati generali dell’economia, crediamo che tutti i decreti e le leggi che il governo ha emanato costituiscano un primo rimedio alla crisi, ma saranno inevitabilmente necessarie altre norme, per un settore che ad oggi sta provando a contenere perdite d’esercizio stimate al 50% circa e che rischia il default. Per questo, oltre a indicare le priorità di intervento, chiediamo che il quadro emendativo presentato dalle associazioni di categoria in materia di turismo balneare venga sostenuto. È necessario mettere in campo misure straordinarie per evitare che, a stagione conclusa, si assista alla chiusura definitiva di moltissime attività imprenditoriali balneari».
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