Il Sib-Confcommercio torna a scrivere al ministro al turismo Gian Marco Centinaio per chiedere di ritirare l’impugnativa contro le due leggi regionali liguri, decisa dal precedente governo Gentiloni, che dispongono tra l’altro una proroga di 30 anni agli attuali balneari. In una lettera inviata martedì scorso, il presidente del Sindacato italiano balneari Antonio Capacchione sollecita una rapida soluzione alla direttiva Bolkestein, che da dieci anni ha bloccato gli investimenti nel settore balneare, chiedendo al ministro di partire dal simbolico gesto verso le leggi liguri.
«Egregio ministro – esordisce la lettera – desidero esprimerle i ringraziamenti, miei personali, a nome delle famiglie e delle imprese balneari aderenti all’organizzazione che rappresento, per le sue ripetute dichiarazioni contro l’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali. Grande è la fiducia e l’apprezzamento che gli imprenditori balneari italiani ripongono in lei per la soluzione dei problemi che li riguardano, a iniziare proprio dal rischio della perdita delle aziende e del lavoro a causa dell’applicazione della stessa Bolkestein».
«La convocazione di un tavolo tecnico con i ministri Danilo Toninelli, Paolo Savona ed Erika Stefani su quest’ultima questione che attanaglia le nostre imprese – prosegue Capacchione – costituisce un passo importante per dare certezza e continuità al nostro lavoro e, soprattutto, alle nostre famiglie. Lei conosce perfettamente la questione ed è stato in questi anni in prima linea, anche con la presentazione di proposte legislative, a sostegno delle ragioni delle nostre 30.000 imprese balneari, quasi tutte a conduzione familiare: pezzo importante dell’economia e dell’identità dell’Italia. Sono certo che continueremo ad averla al nostro fianco dall’alto della responsabilità che la mette nelle condizioni di operare concretamente ed efficacemente nell’interesse delle imprese turistiche e del paese».
«Quale contributo al tavolo tecnico – aggiunge la missiva del Sib – colgo l’occasione per inviarle la richiesta inoltrata al presidente del consiglio dei ministri lo scorso 2 luglio. In essa si chiede la rinuncia del governo all’impugnativa davanti alla Corte costituzionale delle due leggi regionali che la Liguria ha varato lo scorso anno, a difesa delle imprese balneari della regione, e la loro trasformazione in leggi nazionali. Non possiamo non rimarcare con amarezza e preoccupazione che in tutti questi anni (a partire dal 2009) i vari governi che si sono succeduti (ben cinque!) non solo non hanno risolto il problema ma, nel contempo, hanno impugnato davanti alla Corte costituzionale tutte le leggi regionali (da quella dell’Emilia-Romagna a quelle di Toscana, Puglia, Campania, Abruzzo, Veneto, Marche) che avevano lo scopo di salvaguardare gli attuali concessionari; da ultimo, l’impugnativa del 12 gennaio 2018 fatta dal precedente governo delle leggi regionali della Liguria n. 25 e 26 del 10 novembre 2017. Queste due leggi regionali furono approvate a larghissima maggioranza (la n. 25 addirittura all’unanimità), e ricevettero il consenso di tutte le associazioni di categoria».
«Come è noto – spiega il presidente Sib a Centinaio – ai sensi e per gli effetti dell’art. 23 delle Norme integrative sui giudizi davanti alla Corte costituzionale, la rinuncia al ricorso estinguerebbe i processi pendenti davanti alla Corte costituzionale le cui udienze di discussione sono state fissate per la legge n. 25/2017 al 6 novembre e per la legge n. 26/2017 al 20 novembre 2018. Il Sib ritiene che questo possa costituire un importante e immediato atto politico del governo di inversione di tendenza sulla questione balneare, sia nei confronti dell’Unione europea e sia anche degli apparati, giudiziari e amministrativi, dello Stato».
«In ogni caso – conclude Capacchione – siamo pronti a un confronto che avvenga in tempi ravvicinati, volto a studiare soluzioni alternative valide ed efficaci che possano garantire alle aziende balneari italiane un futuro attualmente assai incerto».
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