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Questione balneare, i punti cardine di Cna: ”No alle evidenze pubbliche”

Il sindacato di Cristiano Tomei approva in assemblea otto richieste per riordinare il settore garantendo il legittimo affidamento agli attuali titolari.

«Continuità aziendale e legittimo affidamento per scongiurare le evidenze pubbliche sulle attuali imprese balneari». Sono i “Punti cardine per la soluzione della questione balneare italiana” approvati ieri dall’assemblea nazionale di Cna Balneatori, tenutasi a Roma.

Nel verbale approvato all’unanimità, il sindacato capitanato da Cristiano Tomei chiede in otto punti di risolvere la situazione di incertezza normativa in cui si trovano le migliaia di stabilimenti balneari:

  • La riapertura del confronto in Europa affermando, per una corretta interpretazione ai principi comunitari, la non inerenza del comparto con la direttiva europea 2006/123/CE;
  • La verifica e certificazione della non scarsità del bene spiaggia e dunque della conseguente disponibilità, in ambito nazionale, per assodare la non limitatezza della risorsa e garantire la programmazione per nuove iniziative imprenditoriali con la maggiore propensione di strutture a basso impatto ambientale e facilitanti la fruibilità e la sostenibilità delle infrastrutture e della spiaggia;
  • Garantire le condizioni di legalità e trasparenza nell’espletamento delle attività rivolte alla gestione del demanio marittimo al fine di una incisiva attività di prevenzione nei confronti di forme di penetrazione o di ingerenza da parte della criminalità;
  • Il superamento dei valori O.M.I. per i canoni cosiddetti pertinenziali, esorbitanti da pagare e impossibili da sostenere per diverse centinaia di imprese balneari;
  • La rettifica dell’aliquota IVA anche per le prestazioni connesse alla balneazione, parificandola al 10% con conseguente inserimento delle imprese balneari nella classificazione delle attività economiche (ATECO) del settore turismo;
  • La modifica dell’art. 3, comma 4bis Legge 494/1993, 4-bis affinché i concessionari che hanno avviato le procedure con i cosiddetti atti formali conservino il diritto alla continuità aziendale con la tutela del legittimo affidamento;
  • Sostenere la presentazione delle petizioni in ambito europeo e in particolare presso la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo per risolvere l’incertezza normativa in cui si trovano le imprese balneari italiane con l’abrogazione del rinnovo automatico e senza un orizzonte temporale certo per il proprio lavoro su cui basare gli investimenti a seguito del recepimento della direttiva Bolkestein in Italia.

Conclude il verbale di Cna: «È necessario proseguire con le iniziative sul territorio e allo stesso tempo costruire un percorso normativo perché si riformuli una legge che, ripartendo dall’affermazione del legittimo affidamento, dia una risposta alla cosiddetta questione balneare italiana con la continuità aziendale, il ritorno al lavoro e alla stabilità per un tempo indeterminato per le attuali imprese del comparto balneare italiano. Tutte condizioni, queste, che erano garantite con il cosiddetto rinnovo automatico prima dell’abrogazione di parti fondamentali contenute nell’art. 37 del Codice della navigazione».

Il verbale completo dell’assemblea si può scaricare in pdf cliccando qui. In alternativa, è disponibile sul sito di Cna a questo link.

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