Norme e sentenze

Plastic free, caos dei tribunali sulle ordinanze locali per le spiagge

Due sentenze opposte fanno emergere l'inadeguatezza delle normative regionali e comunali in assenza di una legge nazionale

Un vero e proprio caos giuridico si è abbattuto sulla normativa della Regione Puglia che lo scorso marzo ha vietato di usare contenitori in plastica usa e getta negli stabilimenti balneari. Lo scorso 31 luglio, infatti, il Tar Bari – su iniziativa di alcune aziende del settore del pre-confezionato – ha sospeso l’ordinanza regionale, ma pochi giorni dopo è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che ha neutralizzato la pronuncia del tribunale amministrativo e ha ripristinato la validità della norma plastic free. Tutto dunque resta come prima: per gli stabilimenti balneari pugliesi continuerà a essere vietata la somministrazione di alimenti e bevande con bicchieri, bottiglie, cannucce, piatti e posate in plastica non biodegradabile. Ma le sentenze hanno dimostrato come le ordinanze locali anti-plastica non siano adeguate per affrontare un problema che è in gran parte di competenza nazionale.

Il Tar della Puglia aveva sospeso l’ordinanza della Regione che aveva proibito, in tutti i lidi del suo territorio, l’utilizzo di contenitori per alimenti in plastica monouso, anticipando i contenuti della direttiva europea 904/2019 che vieterà la plastica usa e getta non biodegradabile in tutti gli Stati membri a partire dal 1° gennaio 2021. I motivi che hanno spinto i giudici amministrativi a sospendere l’ordinanza regionale non erano anti-ambientalisti, ma semplicemente di forma: l’Italia, infatti, non ha ancora recepito la direttiva europea in questione, dunque non c’è una norma nazionale che traduca i principi stabiliti a Bruxelles. Di conseguenza, quello della Regione Puglia sarebbe secondo il Tar un prematuro nonché illegittimo passo in avanti. Emblematico è il caso delle bottiglie in pet, che la direttiva europea non proibisce, mentre invece la Regione Puglia aveva incluso tra i divieti.

Dietro alla sentenza del Tar c’era poi un’altra importante ragione tecnica che spesso emerge, in Italia, quando le regioni legiferano sul demanio marittimo e sull’ambiente: la Regione infatti non ha la competenza per normare su queste materie, pur avendo in mano la gestione dei lidi e delle coste.

Eppure, dopo appena una settimana, il Consiglio di Stato ha ripristinato il divieto assoluto di plastica monouso in tutte le spiagge pugliesi, restituendo piena legittimità all’ordinanza regionale. Questo grazie a un decreto cautelare monocratico che ha sospeso l’ordinanza del Tar Bari, spiegando che una tutela ambientale rafforzata da parte della Regioni, nell’esercizio della loro potestà esclusiva sulla gestione del demanio, è oramai da considerarsi pacifica.

La vicenda sulle spiagge pugliesi plastic free è dunque per il momento chiusa, ma quel che è certo è che occorre una normativa nazionale per evitare il ripetersi di questi caos giuridici, che non fanno bene né agli imprenditori balneari né tantomeno all’ambiente.

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