Il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa è stato molto chiaro: «Serve un’azione congiunta dei parlamentari europei per aiutare le piccole imprese turistiche nella loro battaglia per il riconoscimento delle peculiarità dell’offerta italiana». Lo ha detto ieri, durante l’assemblea congiunta dei sindacati balneari tenutasi presso la sede della Provincia di Pescara sotto il suggestivo titolo ‘Balneari, ultima chiamata‘.
L’assemblea, che ha riunito i rappresentanti di Assobalneari-Confindustria, Fiba-Confesercenti, Sib-Confcommercio e Cna Balneatori, ha riscosso un notevole successo di pubblico: all’appello lanciato dai sindacati hanno risposto decine di concessionari abruzzesi e non solo.
Al termine dell’incontro, che ha visto la partecipazione dei consiglieri regionali Giuseppe Di Luca e Antonio Menna e dei parlamentari italiani Giovanni Legnini e Amedeo Ciccanti, nonché di numerosi sindaci e amministratori locali, è stato votato un ordine del giorno che verrà proposto all’attenzione della prossima seduta del consiglio regionale, in programma il prossimo 6 dicembre.
Il testo impegna il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e la sua giunta «ad assumere tutte le necessarie iniziative, sia in sede di Conferenza Stato–Regioni che in forma autonoma, nei confronti del Governo e dell’Unione Europea per ottenere una deroga che escluda le imprese balneari dall’evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime». L’ordine del giorno impone inoltre di adottare ogni ulteriore provvedimento idoneo a evitare la distruzione del settore balneare, compresa una legge di riordino normativo in materia di concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo che, anche tramite l’utilizzo dei principi contenuti nel decreto sviluppo, possa garantire il futuro alle attuali imprese turistico balneari. Al presidente Chiodi le sigle sindacali hanno infine chiesto di «convocare urgentemente i parlamentari europei eletti nella IV Circoscrizione Italia Meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) affinché siano coinvolti in tutte le iniziative per ottenere la deroga dall’Unione Europea».
Secondo le associazioni balneari che hanno promosso l’incontro, «gli stabilimenti balneari in Abruzzo hanno raggiunto livelli di significatività economica paragonabile a quella di veri e propri distretti produttivi, e hanno una forte rilevanza anche dal punto di vista occupazionale», come dimostra il calcolo sull’apporto dato all’occupazione, che parla di tremila addetti diretti (ovvero i concessionari e i loro familiari) e ottomila dipendenti. Una realtà complessa, che secondo il documento approvato dai partecipanti all’assemblea di Pescara costituisce un vero e proprio ‘caso’: le piccole imprese, quasi sempre a gestione familiare, hanno consentito «il consolidarsi di una identità culturale e di uno stile di accoglienza non anonimo ma personalizzato, dando vita a un modello italiano e abruzzese di balneazione, che è diventato un fondamentale punto di forza della nostra competitività nel mercato internazionale e nazionale delle vacanze».
© RIPRODUZIONE RISERVATA