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Mareggiate sulla costa adriatica, 10 milioni di euro di danni

Centinaia gli stabilimenti balneari colpiti da crolli e allagamenti. Banche e giunte regionali hanno già stanziato dei fondi straordinari. Chiesti stato di emergenza e agevolazioni fiscali.

di Alex Giuzio

In media 50 mila euro di danni per ogni stabilimento balneare. Moltiplicato per circa due migliaia di imprese, che fa circa 10 milioni. È la prima stima dei danni delle violente mareggiate che si sono abbattute lo scorso fine settimana sulle coste romagnole e marchigiane, inondando tutti gli stabilimenti balneari e in alcuni casi determinandone il crollo.

A monte, una rara ma devastante combinazione di cause: la pioggia incessante, il forte vento di Bora, il rapido tracollo della pressione barometrica e la conseguente altissima marea, ben due metri sopra il normale livello del mare, con onde alte oltre 4 metri e raffiche fino a 120 km/h nella notte tra giovedì 5 e venerdì 6 febbraio. Portando il mare Adriatico a oltrepassare gli stabilimenti balneari per inondare le abitazioni e le attività commerciali di tutte le città costiere tra i lidi di Comacchio e Ancona. Ma sono le imprese sulla spiaggia ad avere subìto i danni maggiori: porte sfondate, bagni riempiti di sabbia, cucine e bar allagati con oltre un metro e mezzo di acqua e tutte le attrezzature da buttare. Nella provincia di Ravenna i danni maggiori: a Milano Marittima tre stabilimenti balneari sono parzialmente crollati (nella foto), e solo nel litorale ravennate sono stati stimati 6 milioni di euro di danni alle imprese balneari.

Le giunte regionali dell’Emilia-Romagna e delle Marche chiederanno lo stato di emergenza per calamità naturale. La Regione Emilia-Romagna ha già stanziato 5 milioni di euro per le spese sostenute dal pubblico; mentre per le abitazioni e le attività private, purtroppo, appare difficile ottenere dei fondi da parte dello Stato: nella storia italiana questo non è mai successo in casi del genere. Probabilmente qualche agevolazione fiscale straordinaria per i privati arriverà a livello comunale o regionale, come a Cervia ad esempio, dove il sindaco Luca Coffari ha già annunciato sconti sulla Tasi per le imprese balneari.

Ai numerosi appelli delle varie amministrazioni comunali hanno nel frattempo risposto due banche: la Cassa di risparmio di Ravenna ha deliberato un finanziamento di 10 milioni di euro per riparare e sostituire beni mobili e immobili danneggiati ai titolari delle imprese colpite dal maltempo (per maggiori informazioni leggi il comunicato), e Unicredit 50 milioni per prestiti agevolati a sostegno delle imprese.

Purtroppo non si potrà fare molto a livello assicurativo: non esistono polizze che coprono contro gli allagamenti marini, nemmeno per gli stabilimenti balneari che sono più a rischio.

In parlamento si è subito attivato il deputato Sergio Pizzolante (Ncd): «Ho parlato con il ministro dell’ambiente Galletti che ha garantito massima assistenza, chiedendo alle regioni un monitoraggio dei danni per consentire, in un prossimo Consiglio dei Ministri, la dichiarazione dello stato di emergenza. Inoltre sto preparando una risoluzione in commissione bilancio per chiedere anche la sospensione dei canoni per le concessioni che hanno subito danni. Allo stesso tempo chiederò al Ministero dei beni culturali di intervenire sulle sovrintendenze per abbattere la burocrazia per la ricostruzione. Se non si agisce in fretta, la combinazione fra danni e precarietà delle concessioni in scadenza potrebbe rappresentare un mix letale per la ricostruzione degli stabilimenti e la qualità dell’offerta turistica. Si colga questa occasione per ripensare strutturalmente i sistemi di protezione delle coste, visto che le vecchie strutture come le barriere soffolte non reggono più». Alla risoluzione per la sospensione dei canoni e per la richiesta dello stato di calamità si sono uniti i deputati Giulia Sarti (M5S), Tiziano Arlotti ed Enzo Lattuca (Pd).

Sono già terminati, intanto, i lavori di emergenza per ricostruire il prima possibile le dune abbattute dal mare, allo scopo di evitare ulteriori danni. Ma già dai primi sopralluoghi effettuati per contare i danni è emerso chiaramente che in molte zone sarà necessario effettuare dei ripascimenti: le mareggiate hanno mangiato diversi metri di sabbia.

Una riflessione in questo senso va compiuta il prima possibile: gli imprenditori balneari devono prendere consapevolezza del mutamento di paesaggio – in taluni casi dovuto ai loro stessi stabilimenti, che hanno determinato la scomparsa della naturali dune di protezione – ed è più che mai urgente domandarsi in che direzione cambiare per salvare le proprie imprese e l’ambiente circostante.

Nel frattempo, gli imprenditori balneari si sono già rimboccati le maniche per rimettere tutto a posto. Con un clima ancora più demoralizzato e con la stagione estiva più vicina che mai.

qui sotto, alcune foto dei danni tra Romagna e Marche (clicca per ingrandire)

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