In seguito alle mareggiate che hanno colpito il litorale adriatico nei giorni scorsi, provocando gravi danni alle spiagge e agli stabilimenti balneari (vedi notizia), le associazioni di categoria Federbalneari Friuli Venezia Giulia e Sib-Confcommercio Friuli Venezia Giulia chiedono la sospensione dei canoni fino al ristoro dei danni alle strutture e alle attrezzature.
«L’acqua alta dello scorso martedì, unita al vento di libeccio, ha asportato intere porzioni di arenile e causato danni a strutture e attrezzature», riferiscono Sib e Federbalneari. «Dal pontile che porta al faro rosso di Sabbiadoro, a cui è ormai impossibile accedere, ai bagni del Pontile a Mare (rifatti quest’anno dopo la mareggiata di fine ottobre 2018), dagli impianti elettrici del Kursaal fino alle vasche idromassaggio posizionate a sinistra della Terrazza a Mare a Sabbiadoro, dalla rampa del passo barca Lignano-Bibione al ristorante La Vecchia Finanza di Riviera; per non parlare di Grado. Inoltre la piena del fiume Tagliamento e quella dell’Isonzo riverseranno nei prossimi giorni grandi quantità di detriti, tronchi, ramaglie e altro materiale sulla spiaggia, che andrà subito rimosso dall’arenile prima che il vento di bora (che di solito segue di pochi giorni lo scirocco) sotterri il materiale e ne renda difficile e molto costosa l’asportazione. Insomma, per poter avere un arenile pulito per la stagione 2020, bisogna intervenire subito. L’asportazione e lo smaltimento di grandi quantità di spiaggiato sarà un onere notevole a carico dei concessionari demaniali».
Per questo, Federbalneari e Sib Friuli Venezia Giulia chiedono di «spostare il pagamento dei canoni 2020 alla data in cui i concessionari saranno ristorati dai danni e comunque entro cinque anni. La proposta è motivata dai tempi lunghi delle procedure per ottenere il ristoro dei danni; teniamo infatti conto che quelli dell’ottobre-novembre 2018 non sono stati rimborsati se non in minima parte. Si tratta di una proposta molto simile al provvedimento preso dal governo Conte nella legge di bilancio 2018, la n. 145 del 30 dicembre scorso, per i danni creati a fine ottobre-inizio novembre 2018 e che così recita al comma 685, art. 1: “Quale misura straordinaria di tutela delle attività turistiche che hanno subito danni conseguenti agli eventi atmosferici verificatisi nei mesi di ottobre e novembre 2018, ubicate nelle regioni per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con deliberazione del Consiglio dei ministri 8 novembre 2018, pubblicata snella Gazzetta Ufficiale n. 266 del 15 novembre 2018, è sospeso, quale anticipazione risarcitoria in favore delle imprese balneari, il canone demaniale fino all’avvenuta erogazione del risarcimento o comunque nel limite massimo di cinque anni”. Visto che i canoni in Regione Friuli Venezia Giulia vengono introitati dalle Regioni, il consiglio regionale guidato dal governatore Massimiliano Fedriga può emanare una norma analoga».
Federbalneari e Sib invitano infine la Regione a «riflettere sull’opportunità di studiare delle difese soffolte o sommerse da posizionare a qualche centinaio di metri dalla battigia per rompere le onde delle mareggiate di scirocco, che sono le più dannose perché tale vento ha la stessa inclinazione del mare Adriatico, quindi le onde si caricano di forza almeno da Ancona e scaricano quanto immagazzinato sulla spiaggia, asportando la sabbia».
«Gli imprenditori balneari sono come sempre pronti a rimboccarsi le maniche per risolvere i problemi – concludono – ma auspicano che si possano programmare degli studi e delle azioni concrete e preventive per impedire che i ripascimenti vengano cancellati sistematicamente dalle mareggiate eccezionali, diventate ormai quasi annuali. Dieci centimetri di innalzamento del livello del mare previsto entro il 2030-2050, senza opere di difesa strutturali potrebbero significare la scomparsa delle strutture balneari e del turismo delle località balneari del Friuli Venezia Giulia».
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