Attualità

Legge Stabilità, balneari sconfitti. ‘Ora legge subito’

Dichiarati inammissibili gli emendamenti che puntavano a una soluzione immediata, si infiamma il pressing sul governo per approvare una riforma delle concessioni.

di Alex Giuzio

Le indiscrezioni sono state confermate: la Camera ha dichiarato tutti inammissibili gli emendamenti alla Legge di Stabilità che puntavano a trovare una soluzione temporanea all’incertezza normativa che colpisce le imprese balneari, con le concessioni in scadenza il 31 dicembre 2020 che non permettono più di investire.

Gli emendamenti proposti dai deputati di tutti gli schieramenti politici puntavano a ottenere lunghe proroghe delle concessioni o sdemanializzazioni delle imprese (guarda la panoramica degli emendamenti in questo articolo): anche se alcune misure sarebbero state incompatibili con le posizioni dell’Unione europea che non accetta più proroghe, ce n’erano altre che, se approvate, avrebbero almeno restituito una parte di tranquillità agli imprenditori.

Il governo ha invece voluto confermare il suo intento ribadito ormai da molti mesi, e cioè che intende aspettare la prossima primavera per varare una riforma generale delle concessioni balneari. Niente di più sbagliato secondo le associazioni nazionali dei balneari, che chiedono da molti mesi che la legge venga approvata il prima possibile, definendo tutti gli aspetti per salvaguardare le attuali imprese.

Al momento sulle concessioni balneari pende infatti la minaccia della Corte di giustizia europea, chiamata dai Tar di Milano e di Cagliari a giudicare la compatibilità della proroga al 31 dicembre 2020 con le direttive comunitarie. Lo scorso 3 dicembre si è tenuta la prima udienza, durante la quale è già emerso l’orientamento negativo della Commissione europea che non è d’accordo con la proroga (vedi notizia). Dunque, la decisione appare purtroppo già scontata, anche se sarà presa in maniera ufficiale e definitiva solo ad aprile-maggio del prossimo anno. Il che genererebbe un pericolosissimo vuoto normativo: alle porte della stagione estiva 2016, le concessioni si troverebbero infatti in infrazione, con il precedente termine del 31 dicembre 2015 e senza alcuna legge che le tuteli. Per questo, secondo le associazioni balneari, è fondamentale che il governo si faccia trovare pronto, approvando la riforma prima della decisione della Corte europea. A chiederlo, oltre ai sindacati balneari, sono anche tutte le Regioni: giovedì scorso a Roma si è tenuto un incontro della Conferenza Stato-Regioni con il ministro del turismo Dario Franceschini, durante il quale gli assessori regionali al turismo hanno sollecitato il governo a regolamentare il prima possibile le concessioni balneari e a concedere alle Regioni stesse un posto di primo piano nella trattativa.

Il clima verso i balneari continua però a sembrare di totale opposizione contro le loro richieste. Solo le circa 200 imprese pertinenziali, con l’unico emendamento ammesso in Legge di Stabilità sulle concessioni balneari, sono riuscite a ottenere la sospensione delle decadenze fino al 30 settembre 2016 (ne abbiamo parlato in questo articolo di ieri). Ma per guadagnare questa misura la trattativa è stata molto lunga e impegnativa, nonostante si fosse davanti a un palese errore da parte dello Stato (cioè l’errata applicazione dei valori Omi), forse la più grave ingiustizia nella complessivamente pessima gestione che si è fatta della questione balneare negli ultimi anni, da Berlusconi a Monti, da Letta a Renzi (vedi anche questo approfondimento tecnico).

Non solo: poche ore dopo l’approvazione dell’emendamento sui pertinenziali, sulla stampa generalista sono scattate le solite polemiche prive di fondamento, con alcuni partiti di opposizione e ambientalisti poco informati che fanno falsamente passare la sospensione delle decadenze dei pertinenziali come una generica "sanatoria" per tutti gli stabilimenti balneari. Non c’è niente di più errato e in malafede: ma anche questi appaiono come tentativi di influenzare l’opinione pubblica per alimentare un clima di opposizione contro i balneari.

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