Il 51% dei litorali italiani è stato trasformato da cemento, palazzi, alberghi e ville negli ultimi decenni, al ritmo di 8 chilometri all’anno, 25 metri al giorno. Senza contare che un terzo delle spiagge combatte contro l’erosione costiera, attualmente in espansione.
È questa l’istantanea degli oltre 7 mila chilometri di coste del nostro paese scattata dal nuovo rapporto "Ambiente Italia 2016" di Legambiente (Edizioni Ambiente), presentato oggi a Roma nella sede dell’Anci, in cui si fa presente come ”senza un cambio delle politiche” l’erosione costiera sia ”destinata a crescere”.
I mali del nostro mare, spiega il report, sono soprattutto ”cemento, erosione costiera, mala depurazione e beach litter” (rifiuti marini e plastiche galleggianti), a cui si aggiungono gli impatti dei cambiamenti climatici che rendono ”ancora più fragili le coste”.
Recenti dati parlano di oltre 14 mila reati ai danni del mare e della costa italiana: 40 al giorno, 2 ogni chilometro; con l’habitat marino messo alla prova dall’inquinamento, e con il 25% degli scarichi cittadini ancora non depurati (con punte del 40% in alcune località) e ben 1.022 aree in procedura di infrazione europea, mentre soltanto il 19% della costa (1.235 km) è sottoposta a vincoli di tutela.
L’analisi di Legambiente, tra consumo di suolo ed erosione, prende in considerazione 6.500 chilometri di costa, da Ventimiglia a Trieste e delle due isole maggiori. Di questi, 3.300 chilometri sono stati trasformati in modo irreversibile (720 km sono occupati da industrie, porti e infrastrutture, 920 colonizzati da centri urbani), e su quasi 1.700 chilometri ci sono ville e villette (il 25% della linea di costa).
fonte: Ansa
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