Il Veneto pensa già alle aste per le concessioni demaniali marittime. La notizia è scioccante per i balneari di questa regione, già preoccupati per la direttiva Bolkestein che impone l’evidenza pubblica a partire dal 1° gennaio 2016. Ma visto che il governo italiano ancora non si è espresso in merito alla questione, una proposta di legge che verrà presentata la prossima settimana dall’assessore regionale al turismo Marino Finozzi (nella foto) intende regolamentare sin da subito la questione, seppure le proteste dei balneari contro le aste stiano continuando incessantemente, e sulle eventuali aste non esistano ancora certezze normative a livello nazionale.
Nonostante l’illustrazione della proposta e la sua discussione in consiglio regionale avverrano la prossima settimana, Finozzi ha già anticipato il contenuto del suo disegno, che interesserà i dieci comuni costieri del Veneto da Bibione a Porto Tolle, nei quali ricadono ben 655 concessioni demaniali.
Queste le motivazioni dell’assessore: «La Commissione europea ha prorogato fino al 2015 la possibilità di avere delle concessioni demaniali, stabilendo una durata trentennale massima per ammortizzare gli investimenti realizzati dagli attuali concessionari. Questo ci permetterà di attirare nuovi investimenti fino alla scadenza del 2015, quando si ripartirà da zero, con il rinnovo delle concessioni basato su una valutazione comparativa, con la durata massima di cinque anni che riguarderà le sole concessioni che non prevedono investimenti», ha dichiarato al Giornale di Vicenza.
«Il mio progetto vuole migliorare la qualità dell’offerta turistica, proponendo la garanzia degli investimenti per chi li fa da sempre, e la garanzia per i Comuni coinvolti di poter utilizzare le risorse provenienti dal rinnovo delle concessioni. Purtroppo, la richiesta di investimenti è solitamente spropositata rispetto alla dimensioni dell’area demaniale: alla luce di ciò, la mia intenzione è anche dare l’opportunità di investire e di utilizzare le risorse obbligatorie anche fuori dall’area demaniale, in attività di arredo urbano o di rifacimento delle spiagge su aree di proprietà comunale», aggiunge Finozzi.
La Regione Veneto cercherà di coordinare i dieci comuni costieri nella gestione delle gare, pur lasciando margini di autonomia. La legge in discussione permetterà la partecipazione alle gare a partire dal 2015, con la possibilità di recuperare il 90% degli investimenti realizzati in caso di mancata vittoria. I balneari veneti non sono mai stati molto attivi nella protesta nata in Toscana e in Liguria, ma la scottante realtà ora si è fatta più vivida che mai, e le reazioni potrebbero aumentare.
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