La Sardegna vuole diventare proprietaria del demanio marittimo. Seguendo le orme del Friuli Venezia Giulia, che nei giorni scorsi ha rivendicato la titolarità sulla gestione delle spiagge (vedi notizia), anche sull’isola è arrivata una richiesta analoga. Anzi, in questo caso dalle parole si è passati ai fatti, con una proposta di legge presentata da tutte le forze di centrodestra.
Nonostante sia una regione a statuto speciale, la Sardegna non ha alcuna esclusività sul demanio marittimo, che sin dagli accordi del 1948 appartiene allo Stato italiano. Ma ora una proposta di legge – il cui primo firmatario è il consigliere Michele Cossa – chiede di ottenere la proprietà sulle spiagge e sui terreni ricadenti nel demanio marittimo.
«Il fatto che dai beni trasferiti dallo Stato alla Sardegna sia escluso il demanio marittimo costituisce una grande limitazione, perché l’isola si vede privata di un bene identitario fondamentale per il perseguimento delle proprie politiche di sviluppo e di promozione del turismo, giacché costituirebbe un’importante fonte di introiti», spiega Cossa, la cui proposta è stata sottoscritta da tutti i capigruppo della coalizione di centrodestra alla guida della Regione.
«Non avere la proprietà significa versare ogni anno allo Stato nove milioni di euro», prosegue il consigliere. «Un danno a cui si aggiunge la beffa, perché gli oneri di gestione, controllo, mantenimento di efficienza e tutela di quelle porzioni di territorio sono a carico della Regione e degli enti locali. Proprio la disciplina del demanio marittimo dimostra quanto lo Stato sia poco attento rispetto all’impatto che la condizione di insularità ha sulla vita dei sardi».
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