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La Provincia di Cagliari contro la Bolkestein

L'assessore Comandini: "Con le evidenze pubbliche si sfacela un sistema unico in Europa"

La Provincia di Cagliari prende posizione a difesa delle imprese balneari della Sardegna contro gli effetti della direttiva Bolkestein. L’ente locale ha infatti sottoposto alla Giunta provinciale un ordine del giorno con cui chiede di prendere le iniziative necessarie nel confronti del Governo e dell’Ue perché le imprese turistiche dell’Isola siano escluse dall’applicazione della direttiva europea che vorrebbe mettere a bando tutte le concessioni demaniali. L’ordine del giorno, illustrato dall’assessore al turismo Piero Comandini, è stato approvato all’unanimità e sarà trasmesso ai parlamentari nazionali ed europei «affinché si facciano portavoce del problema», spiega Comandini. «All’interno del turismo, quello delle imprese balneari è il settore più debole e poco tutelato dal punto di vista legislativo», aggiunge l’esponente della Giunta che precisa che per il documento è stato prezioso il lavoro della commissione competente, presieduta da Rita Corda (Pd). «Entro il 31 dicembre 2015 queste imprese rischiano di essere messe all’asta dalla normativa europea. Bisogna evitare che questo succeda. Molte hanno investito importanti risorse e hanno impegnato con scelte definitive, i loro nuclei familiari». La maggior parte delle aziende è infatti di piccole dimensioni e riguarda anche le strutture alberghiere che hanno in concessione gli spazi antistanti. Il pericolo è che ad approfittarsene siano i grandi gruppi stranieri.

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«Il rischio concreto è che in nome di uno sbandierato principio comunitario di pari opportunità d’impresa, si possa assistere in breve tempo alla fine di un sistema d’impresa unico e esclusivo in Europa e nel mondo», si legge in una nota della Provincia. «Dobbiamo mobilitarci», aggiunge Comandini, «per evitare che le 900 imprese balneari sarde, che spesso sono le uniche a garantire il salvamento a mare e il rispetto ambientale, corrano questo rischio. Sulle aree demaniali marittime insistono anche alberghi, campeggi, discoteche, ristoranti, chioschi tanto che si può calcolare l’occupazione diretta in circa 1.500 unità, alle quali vanno aggiunti i circa 5 mila stagionali. Dobbiamo combattere per salvaguardare tutto questo. È una battaglia che deve vedere unite istituzioni e associazioni di categoria. Serve anche», conclude, «un albo regionale delle imprese che operano lungo il litorale, la loro tipicità non ha mai trovato una chiara identificazione e la loro identità va difesa fino in fondo». «Il Consiglio provinciale di Cagliari», sottolinea anche Alberto Bertolotti, presidente regionale del sindacato italiano balneari, «è la prima istituzione sarda che assume una presa di posizione così chiara»

ufficio stampa Provincia di Cagliari

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