Terminato il tempo delle chiacchiere e delle consultazioni politiche, ritorna pericolosamente lo spauracchio delle aste e l’incertezza in merito al nostro futuro. Finita la campagna elettorale ecco riprendere forza le idee (minacciose) di qualche politico di rilievo che dimentica quanto discusso e proposto fino ad oggi, e avrebbe già deciso di mandarci all’asta, già nel 2015, liquidandoci con un “eventuale rimborso”, una “buona uscita” (senza specificare minimamente chi dovrebbe tirare fuori questi soldi e in base a chissà quali conteggi) e mandando all’asta le nostre imprese.
Ma all’asta ci vanno le ditte fallite, mica quelle sane. E le nostre imprese sono imprese ancora sane (nonostante la crisi e nonostante che in questi anni abbiano fatto di tutto per danneggiarci) ed essere mandati all’asta come dei falliti non lo possiamo tollerare. Le aziende sane e produttive devono essere tutelate e garantite: è questo quello che chiediamo alla politica. La quale, per tutta risposta, invece ci risponde con una “durata limitata” in base agli investimenti, come se in questi anni non avessimo già investito ipotecandoci pure la casa, come se in questa epoca di spot e battute il lavoro non pagasse più.
La stagione estiva è alle porte, molti di noi sono già in piena attività e l’attenzione è tutta rivolta a sperare l’arrivo dei turisti. Ma non per questo possiamo abbassare la guardia, a maggior ragione ora che il parlamento sta per discutere il Decreto Turismo.
Non perdiamo l’opportunità di inserire in questo importante (e attinente) provvedimento, le risoluzione della questione balneari, magari attraverso il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria, riprendendo il lavoro già svolto e le soluzioni già prospettate al tavolo tecnico presieduto dal sottosegretario Pier Paolo Baretta. Solo attraverso una certezza del diritto (che fino a ieri avevamo), una riapertura del credito da parte del sistema bancario e una riorganizzazione del sistema turistico nazionale, potremo finalmente tornare a investire, a incrementare l’occupazione e a sviluppare l’economia turistica nazionale così come prospettato dal ministro del turismo Franceschini in occasione della presentazione dell’Osservatorio Parlamentare Nazionale del Turismo (7 maggio 2014) presieduto dal deputato Ignazio Abrignani. Ma soprattutto a ridare salute e lavoro a tanta gente che ha creduto e investito nel turismo. E che ancora non è fallita.
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