Tra gli obiettivi della riforma delle concessioni balneari, c’è anche il raddoppio dei canoni demaniali. È quanto emerge dal Def, il “Documento di economia e finanza” varato lo scorso martedì dal consiglio dei ministri.
Il documento stima in 21.390 il numero delle concessioni demaniali marittime, denunciando che il gettito che ne deriva – circa 103 milioni di euro – è troppo basso rispetto al giro d’affari generato dalle imprese che insistono su queste concessioni. Per questo, dopo le misure anti evasione entrate in vigore dal 1° gennaio di quest’anno con il nuovo modello F24 per il pagamento dei canoni, il Def ricorda che, con la riforma delle concessioni balneari attualmente in discussione nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera dei deputati, avverrà una «rideterminazione delle tariffe e dei meccanismi riferiti ai canoni demaniali attualmente in vigore» che «consentirà un maggior introito per le finanze pubbliche». Infatti, ipotizza il Def, «qualora si procedesse al rialzo dei parametri per il calcolo dei canoni (importi al metro quadrato), si potrebbe avere un raddoppio del gettito rispetto a quanto incassato negli ultimi anni».
Sul tema è già intervenuto Remigio Ceroni, senatore di Forza Italia, che promette battaglia: «È davvero una vergogna che di fronte alle difficoltà che sta vivendo la categoria si proceda con questo aumento per fare cassa. Daremo battaglia in tutte le sedi, istituzionali e non, contro questa decisione scellerata». E anche Riccardo Borgo, presidente del Sib-Confcommercio, sostiene che il metodo proposto dal Def sia «squilibrato» e propone invece di «pagare tutti, ma il giusto» (>>leggi il comunicato completo del Sib).
Pubblichiamo qui di seguito l’estratto del Def che parla di concessioni balneari (>> clicca qui per scaricarlo in pdf).
DEF 2017 Sez. III – Programma nazionale di riforma delle concessioni demaniali
In relazione alle concessioni demaniali marittime, in Italia vi è una larga diffusione, sul demanio marittimo, lacuale e fluviale, di impianti turistico-ricreativi, stimati a metà 2016 in 21.390. Dal loro utilizzo, nel 2016 il vigente sistema di determinazione dei canoni ha consentito un introito di circa 103 milioni.
Al fine di recuperare gettito tributario, sono state adottate iniziative dirette a favorire l’adempimento spontaneo e a contrastare l’evasione. In particolare, a decorrere dal 1° gennaio 2017 è stato introdotto il modello F24 per il pagamento dei canoni per le concessioni marittime; inoltre, la realizzazione di un sistema di interscambio tra il Sistema Informativo del Demanio marittimo (SID) e l’Agenzia delle Entrate consentirà un più efficiente monitoraggio degli introiti derivanti dalle concessioni. Infine, è stato avviato un progetto per l’individuazione e la regolarizzazione degli immobili insistenti sul demanio marittimo ancora non accatastati, mediante la foto-interpretazione che consentirà altresì di aggiornare il SID ai fini della gestione tecnico-amministrativa delle concessioni.
Su questa materia è attualmente all’esame del Parlamento un disegno di legge-delega per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo. Gli obiettivi prioritari di medio-lungo periodo sono: l’apertura e la contendibilità del mercato, assicurando nel contempo un uso rispondente all’interesse pubblico del bene affidato in concessione; il contributo allo sviluppo turistico, con incentivi agli investimenti; la messa a regime di un sistema dei canoni concessori chiaro, equilibrato e aggiornato, che dia certezze regolatorie agli operatori. Il testo prevede anche la fissazione di adeguati limiti minimi e massimi di durata delle concessioni entro i quali le regioni potranno a loro volta fissare la durata delle stesse per assicurare un uso rispondente all’interesse pubblico. Oltre al coordinamento formale e sostanziale delle disposizioni legislative vigenti, è previsto l’aggiornamento delle procedure, anche mediante la previsione dell’utilizzazione delle tecnologie digitali dell’informazione e della comunicazione, finalizzate al rafforzamento del sistema informativo del demanio marittimo.
Il Governo viene, inoltre, delegato alla revisione dei canoni concessori, che dovranno essere determinati con l’applicazione di valori che tengano conto della tipologia dei beni oggetto di concessione. Tali beni dovranno essere classificati in differenti categorie, relativamente alla valenza turistica, applicando a quelli di maggiore valenza un canone più elevato con l’attribuzione di una quota, calcolata in percentuale sulle maggiori entrate annue rispetto alle previsioni di bilancio, a favore della regione di riferimento.
La rideterminazione delle tariffe e dei meccanismi riferiti ai canoni demaniali attualmente in vigore, secondo i principi e criteri direttivi fissati con la delega, consentirà un maggior introito per le finanze pubbliche. Qualora si procedesse, come unica misura di revisione, al rialzo dei parametri per il calcolo dei canoni (importi al metro quadrato), si potrebbe avere un raddoppio del gettito rispetto a quanto incassato negli ultimi anni, da attribuire in quota parte alle Regioni e ai Comuni interessati per iniziative di efficientamento della gestione dei beni pubblici e di conservazione, tutela e miglioramento dell’ambiente.
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