A quanto pare è un problema molto sentito: il nostro articolo sulla raccolta di firme per istituire il libero accesso ai cani in spiaggia ha scatenato centinaia di commenti sulla nostra pagina facebook, come mai è accaduto con argomenti forse più seri e importanti (e già su questo c’è da riflettere…), arrivando addirittura a scatenare un’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle. Ma l’orientamento, almeno per quanto riguarda gli imprenditori balneari, è molto chiaro: una netta opposizione alla proposta che tuttavia ha già raccolto migliaia di firme. Da parte dei nostri lettori (che in gran parte, com’è noto, sono operatori del settore) sono infatti arrivate solo argomentazioni contrarie all’idea di permettere agli amici ai quattro zampe di scorazzare liberamente sulla spiaggia.
Ma facciamo un passo indietro: la petizione di cui stiamo parlando, lanciata peraltro da un imprenditore balneare ferrarese, chiede al governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini di intavolare un dibattito sulla possibilità di rendere accessibile la spiaggia ai cani, in particolare la battigia, al momento vietata dall’ordinanza regionale balneare n. 1/2017. La raccolta di firme non chiede una totale libertà di accesso ai cani, bensì, più moderatamente, di consentire almeno il transito in orari particolari come la mattina presto o il tardo pomeriggio. In seguito alla vasta eco ottenuta dalla notizia su Mondo Balneare, la consigliera regionale dell’Emilia-Romagna Giulia Gibertoni (M5S) ha presentato persino un’interrogazione indirizzata alla giunta, che denuncia come «i 334 stabilimenti balneari che in Emilia-Romagna sono autorizzati per l’accoglienza di cani sono un buon numero, ma ancora assolutamente insufficienti». Per questo, la pentastellata chiede alla Regione di «incentivare l’aumento di queste strutture su tutto il nostro litorale e consentire l’accesso in mare degli animali».
Eppure, come detto, la proposta ha sollevato una netta contrarietà, come è facile capire leggendo le centinaia di commenti al nostro articolo. In tanti si sono espressi con un semplice “no“, ma alcuni hanno meglio argomentato il loro pensiero: «I cani sul mare dovrebbero essere muniti di museruola, guinzaglio e bustina per eventuali bisogni più o meno consistenti, o meglio i proprietari dei cani dovrebbero esserne muniti, einsieme a questo occorrente, per legge obbligatorio nei luoghi pubblici, munirsi anche di un po’ di rispetto», dice per esempio Andrea Antonelli del Bagno Hoasy di Pisa. «Quest’estate sono stato solito togliere io questi escrementi, con una media di circa quattro alla settimana – prosegue Antonelli nel suo lungo commento – e ho avuto anche delle discussioni con alcuni proprietari che non avevano con sè l’occorrente e lasciavano libero il cane di girare tra i bambini, senza preoccuparsi minimamente se qualcuno potesse avere paura o se il cane potesse mordere un bagnante».
La maggior parte dei commenti se la prende non tanto con i cani, bensì con i loro padroni che «non rispetterebbero mai le norme igieniche», come sottolinea l’imprenditrice ligure Mariuccia Galatolo. E non manca chi ricorda che gli animali in spiaggia non sono proprio a loro agio: «Il cane non ha bisogno del sole e del mare, ma ombra di piante. Questo per chi vuol bene al cane. Se invece siamo degli egoisti, allora pretendiamo il cane al mare», dice Pietro Giorgeri del Bagno Lunezia a Carrara, a cui fa eco il bagnino ligure Maurizio Puccio: «Ma ai cani chi glielo chiede? Siamo sicuri che a loro piaccia stare ore sotto il sole al caldo?»
Tra le questioni più sollevate c’è poi quella dell’igiene: «In spiaggia si sta a piedi nudi, i bambini sulla sabbia si stendono e ci giocano a mani nude. La sabbia non è come in altri ambiti, dove basta una passata di straccio, ma assorbe e poi fa schifo. Proposta bocciata senza riserve! Lasciamo che ogni bagnino decida liberamente se attrezzarsi, imporlo non è giusto», dice Filippo Sparacca del Joe Amarena Beach di Pesaro. Il savonese Mauro Catalano, invece, ne fa una questione di tranquillità: «Ci sono cose, nell’essere cane, che nessun padrone per quanto educato può limitare. La butto lì: immaginate 10-15 cani in una spiaggia, quando i ragazzini iniziano a giocare a palla sul bagnasciuga? Si scatenerebbe una cagnara mica da ridere… O quando qualcuno, grande o piccolo, passa correndo: sarebbe tutto un “Cuccia!” “Fermo!” “Stai buono!”».
Tra le testimonianze più autorevoli c’è quella del balneare pugliese Fabrizio Santorsola: «Scrivo in qualità di proprietario e gestore di una delle prime spiagge accessibili ai cani del sud Italia, aperta come esperimento autorizzato dalla Regione Puglia nel lontano 2005. Più volte si è parlato di rendere accessibili ai cani porzioni di spiaggia libera, ma questo contrasta con l’assenza di un controllo da parte di un bagnino che presenziando dovrebbe controllare che i cani siano sotto controllo, e che non lascino deiezioni di qualsiasi natura in spiaggia. Ovviamente, specie nel sud Italia, le spiagge libere sono lasciate in balia di loro stessi e alla mercé di chiunque voglia fare quello che gli pare. Ecco che in mancanza di un controllo costante, si rende impossibile tale liberalizzazione».
E alla fine, forse, la soluzione più equilibrata è quella suggerita da Aristide Alla, imprenditore balneare di Terracina: «Bisognerebbe lasciare la scelta al gestore con aree specifiche, ma senza balzelli e richieste assurde delle USL per farsi autorizzare. Un piccolo spazio, magari recintato, sarebbe un servizio al giorno d’oggi necessario, viste le richieste. Purtroppo c’è gente che vive il cane come un figlio e bisogna adattarsi alle esigenze della clientela».
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