«Cinque miliardi di investimenti spalmati nell’arco di dieci anni. È l’ammontare sprigionato dalla norma inserita nell’ultima legge di bilancio che ha esteso di quindici anni la durata delle concessioni demaniali balneari, garantendo una sufficiente stabilità alle circa 30mila imprese attive nel settore, quasi esclusivamente piccole e familiari». Ad affermarlo è un’indagine del Centro studi Cna.
Lo studio rivela che 3,5 miliardi saranno destinati a ristrutturare e riqualificare i manufatti riservati alla ricezione e alla somministrazione di bevande e alimenti e 1,5 miliardi ai beni strumentali.
«L’analisi delle risposte del campione di imprenditori che hanno partecipato all’indagine – spiega una nota di Cna – fa emergere, oltre agli interventi sui manufatti, una sorta di top ten delle destinazioni degli investimenti, mirati principalmente ad assicurare il più basso impatto possibile sull’ambiente naturale: cabine, bar e ristoranti, arredi, ombrelloni, sdraio, lettini, mezzi meccanici per la pulizia degli arenili, passaggio alle fonti energetiche rinnovabili nell’alimentazione degli impianti, piscine e aree acquatiche attrezzate, aree verdi e attrezzate per l’intrattenimento, di adulti e bambini, attrezzature per la sicurezza e, in particolare, per la prevenzione degli incidenti negli stabilimenti e per il salvataggio in mare, impianti di depurazione e filtraggio dell’acqua».
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