«Senza fondi ai Comuni costieri abruzzesi, la stagione estiva 2020 rischia di rivelarsi difficile». È l’allarme dei sindaci della Costa dei Trabocchi, nello specifico dei Comuni di Fossacesia (Enrico Di Giuseppantonio), Ortona (Leo Castiglione), Torino di Sangro (Nino Di Fonso), Rocca San Giovanni (Gianni Di Rito) e San Vito Chietino (Emiliano Bozzelli), alla lettura dell’ordinanza balneare n. 69/2020, che contiene alcune indicazioni proposte dall’Anci Abruzzo e diffusa dalla Regione.
Il provvedimento riguarda la gestione delle spiagge libere, che spetta ai Comuni. Nello specifico, l’ordinanza balneare conferma quanto già stabilito dal precedente provvedimento del governatore Marsilio sulle linee guida da adottare per il contenimento del rischio di contagio da coronavirus: l’Abruzzo ha classificato le spiagge libere in quelle di piccole e medie dimensioni, situate in contesti urbani e facilmente gestibili vicino a stabilimenti balneari che se ne potrebbero occupare, e in quelle periferiche di grandi dimensioni, con la possibilità per i Comuni di coinvolgere onlus, associazioni ambientaliste e protezione civile per la gestione e la sorveglianza. Tuttavia le amministrazioni non hanno le risorse per poter gestire in questo modo dei tratti di litorale enormi.
«È davvero complicato coniugare sicurezza, sorveglianza e controllo con le aspettative che i cittadini nutrono per poter frequentare gratuitamente le aree libere da Martinsicuro a San Salvo», spiegano infatti i sindaci. «Stiamo parlando di 100 chilometri di spiagge sui 145 che misura l’intero tratto abruzzese. Sarà ancor più complicato sulla Costa dei Trabocchi, con le sue eccellenze ambientali, riserve marine e anche con le sue tante discese a mare, che permettono ai fruitori di raggiungere grandi e piccole spiagge libere la cui sorveglianza diventerà ancor più complicata. Una domanda sorge spontanea: a chi affidare il compito di controllo e di rispetto delle distanze sociali di sicurezza? Alcuni Comuni hanno deciso forme di collaborazione con associazioni e nuclei di protezione civile, ma tutto ciò avrà comunque un costo ingente. È inimmaginabile per i nostri Comuni poter far ricorso a personale interno, come per esempio la polizia municipale, che ha un numero insufficiente di dipendenti, o figure del proprio organico per ottemperare alle prescrizioni previste nelle disposizioni sanitarie di sicurezza: non abbiamo le risorse necessarie. Senza contributi saremo costretti, per garantire l’utilizzo delle spiagge libere, alla sola affissione nei punti di accesso di cartelli in diverse lingue, contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno 1 metro e il divieto di assembramento, come prevede l’ordinanza n. 69 del 29 maggio 2020 della Regione».
Proseguono i sindaci: «Il consiglio regionale, su proposta della giunta, ha stanziano 1,5 milioni di euro, destinandoli alle “concessioni demaniali” che i Comuni hanno, ma stiamo parlando di piazzette o strade, che ricadono in zone demaniali marittime. È uno stanziamento che riteniamo insufficiente e che comunque avrebbe dovuto considerare tutte le spiagge libere. Se davvero si vuole contribuire a una ripresa di uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi determinata dal covid-19 e fondamentale per l’economia di tanti comuni costieri abruzzesi, sono necessari interventi finanziari della Regione e del governo per le amministrazioni comunali. Bisogna tenere conto che dovremo operare tra molti problemi e i Comuni italiani ne hanno tantissimi, a iniziare dalle esigue risorse di cui dispongono. Impegnarle in questa fase significherà ridurre le nostre poche e a volte insufficienti disponibilità economiche su altri settori quali il sociale, le scuole, la gestione della raccolta rifiuti, l’ambiente e per il decoro urbano. Il turismo è un comparto fondamentale per noi: abbiamo bisogno di certezze per poter accogliere al meglio i turisti stranieri, italiani e soprattutto abruzzesi, con questi ultimi che saranno più numerosi che in passato».
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